L’avanzata inarrestabile dell’erosione costiera a San Leone sta mettendo in pericolo la pista ciclabile e l’intera area pedonale del lungomare, uno dei simboli turistici di Agrigento. Italia Viva e l’associazione ambientalista Mareamico Sicilia intervengono con un appello drammatico agli enti competenti: basta rinvii, serve un intervento immediato per evitare tragedie.
La denuncia dei coordinatori: "Tratti già ceduti, pista ciclabile a rischio imminente"
I leader di Italia Viva, la coordinatrice provinciale Roberta Lala e quella cittadina Alessandro Gerardi, insieme al responsabile di Mareamico Sicilia Claudio Lombardo, puntano il dito contro un fenomeno cronico aggravato dalle recenti mareggiate. “Da troppo tempo – dichiarano all’unisono – assistiamo al progressivo arretramento della linea di costa sul lungomare di San Leone. Le tempeste degli ultimi mesi hanno accelerato crolli, smottamenti e cedimenti, rendendo la pista ciclabile di Agrigento critica: ci sono tratti già crollati e altri pericolosamente instabili. Le transenne occasionali non sono una soluzione, mettono solo a rischio i ciclisti e i pedoni”.
Il lungomare di San Leone non è solo un’attrazione estiva: è un punto nevralgico per residenti e turisti, frequentato quotidianamente per passeggiate, ciclismo e attività sportive. “Non possiamo aspettare un incidente per agire – tuonano Lala, Gerardi e Lombardo –. Chiediamo un piano di emergenza con opere di protezione costiera, messa in sicurezza immediata e monitoraggio 24/7”.
Erosione costiera Sicilia: un problema strutturale da Realmonte a Punta Bianca
Le associazioni non si limitano alla cronaca immediata, ma invocano una strategia anti-erosione costiera su scala regionale. “Il fenomeno colpisce l’intera unità fisiografica da Realmonte a Punta Bianca – spiegano –. Non bastano rattoppi temporanei: serve un progetto tecnico serio, finanziato e coordinato tra enti locali, Regione Siciliana e Ministero dell'Ambiente. In Sicilia, l’erosione costiera ha già divorato chilometri di spiagge negli ultimi anni, con danni economici stimati in milioni per turismo e infrastrutture”.