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IL COMMENTO

I fatti di Gasperini, la clessidra di Tudor, il linguaggio di Conte e la meditazione di Chivu: cosa ci ha detto l'8ª giornata di Serie A

Nell’era in cui qualche allenatore piange e cerca alibi no stop, il messaggio che arriva dal tecnico giallorosso e un manifesto a colori

Alfredo Pedullà

26 Ottobre 2025, 23:27

I fatti di Gasperini, la clessidra di Tudor, il linguaggio di Conte e la meditazione di Chivu: cosa ci ha detto  l'8ª giornata di Serie A

Gian Piero Gasperini sta dando un perché alla Roma, malgrado le quattro sconfitte interne e un cammino a rilento in Europa League. La vittoria in casa del Sassuolo con squillo di Dybala è un manifesto a colori, della serie: anche se non mi hanno dato attaccanti o esterni offensivi all’altezza, vado in testa alla classifica accanto al Napoli, ne vinco sei su otto, faccio di necessità virtù e per il resto ci sarà tempo.

La Roma non sarà completamente a immagine e somiglianza di Gasp, non potrebbe esserlo per i suddetti motivi, ma nel frattempo timbra il cartellino e colleziona punti. Nell’era in cui qualche allenatore piange e cerca alibi no stop, è un bel modo per limitarsi ai fatti e non alle chiacchiere, sapendo che un ritorno in Champions League sarebbe comunque un risultato di spessore.

La Juventus entra ufficialmente in una crisi che ha poche vie di uscita. Terza sconfitta di fila, se pensiamo all’uscita Champions di Madrid, quarta partita senza gol, un’improvvisazione che chiama in causa Tudor per le sue scelte ondivaghe e senza mezza logica. Il regalo di David in occasione del gol di Basic è la fotografia più nitida del momentaccio che va oltre i pasticci tattici. Tudor dovrebbe aver memorizzato che con quest’andazzo non avrà molto tempo, come se una clessidra fosse potenzialmente già in azione. Per Sarri una vittoria pesantissima, con l’umiltà di una squadra che ha davvero avuto mille problemi.


Il linguaggio migliore di Antonio Conte è quello del campo. Piuttosto che quello dopo una figuraccia in Champions in casa del PSV, quando si occupa del mercato e del ritardo dei nuovi acquisti piuttosto che recitare il mea colpa per una sconfitta memorabile. Il peggior Conte è questo, va alla ricerca di alibi che non esistono, basterebbe dire “è stata una figuraccia” piuttosto che arrampicarsi sugli specchi. Anche perché, pur di accontentarlo, Aurelio De Laurentiis ha fondato il nuovo Banco di Napoli, esaudendo qualsiasi richiesta e avallando l’extrabudget. Un esempio: il Napoli ha preso Hojlund in pochissimi giorni per 50 milioni dopo aver perso Lukaku per infortunio e malgrado ne avesse speso oltre 30 per Lucca.

Il linguaggio migliore è quello che porta a una reazione dopo una disfatta. Esattamente quanto accaduto sabato scorso: il Napoli che va in trincea, che confeziona la partita perfetta, segnando gol bellissimi e riprendendosi lo scettro che aveva perso. Questa è la squadra dal super organico e che farà molta strada, almeno in campionato, sapendo che Conte soffre storicamente il doppio impegno.

Sull’Inter si potrebbe con superficialità limitarsi al rigore fantasioso che ha indirizzato la partita, ma non sarebbe un esercizio corretto. La squadra che si apre a fisarmonica nel secondo tempo, evidenziando voragini assurde, non può essere l’Inter. I cambi di Chivu (perché Zielinski) che poi decide di rinunciare all’intero centrocampo titolare non sono stati ispirati. E tre sconfitte in otto partite di campionato non sono certo un bilancio confortante per chi vuole cucire il triangolino tricolore sul petto. Chivu ha fatto bene a non piangere, ma deve meditare sulla gestione di una notte maledetta.