L'incontro
Noi Moderati Sicilia tra radicamento e ombre giudiziarie: un banco di prova politico per l'on. Romano
Si forma una struttura capillare per le amministrative 2026: confermata la leadership
L’primo coordinamento regionale di Noi Moderati Sicilia all’Hotel Addaura non è stato soltanto un passaggio organizzativo. È stato, piuttosto, un momento che segna la volontà del partito di consolidarsi sul territorio e di presentarsi alle amministrative del 2026 con una struttura capillare e riconoscibile.
Saverio Romano, coordinatore politico nazionale, ha guidato i lavori insieme al segretario regionale Massimo Dell’Utri e ad altri dirigenti. La squadra dei nove coordinatori provinciali rappresenta un mosaico di territori che, nelle intenzioni, dovrà garantire radicamento e presenza costante.
La strategia politica
Il messaggio lanciato è chiaro: Noi Moderati vuole essere il volto centrista e popolare della coalizione di centrodestra, capace di intercettare consenso moderato e di rafforzare la propria identità. La riconferma di Peppe Germano come vicesegretario regionale va letta come segnale di continuità, utile a dare stabilità a un partito ancora giovane ma ambizioso.
L’ombra dell’inchiesta
Tuttavia, l’evento si è svolto in un contesto delicato. Romano è stato sfiorato dall’inchiesta sugli appalti della sanità a Palermo, che ha portato a misure cautelari per altre figure di rilievo politico. Per lui la Procura aveva chiesto l’arresto, ma il gip ha respinto la richiesta, ritenendo insufficienti gli elementi. Una decisione che lo ha sollevato da un peso immediato, ma che lascia comunque un’ombra sul percorso politico.
Le implicazioni
Dal punto di vista politico, l’inchiesta rappresenta un banco di prova. Da un lato, Romano e il suo partito cercano di accreditarsi come forza di equilibrio e di radicamento territoriale; dall’altro, la vicenda giudiziaria rischia di minare la credibilità e di offrire argomenti agli avversari. In Sicilia, dove la politica è spesso intrecciata con vicende giudiziarie, la capacità di resistere a queste pressioni diventa determinante.
Il coordinamento regionale di Palermo segna un passo avanti per Noi Moderati, ma la vera sfida sarà dimostrare che il progetto politico può crescere nonostante le ombre. Romano, uscito rafforzato dal mancato arresto, dovrà ora trasformare questa resilienza in consenso, convincendo elettori e alleati che il partito è pronto a giocare un ruolo da protagonista nelle amministrative e oltre.