Politica
Ragusa, l'ex assessore D'Asta: "Vi spiego perché sono andato via"
Oggi la conferenza stampa in cui l'ormai ex componente della giunta Cassì illustrerà le proprie ragioni
L'ex assessore Mario D'Asta
"Il punto non sono le mie dimissioni: il punto sono le mancate risposte sui quei temi che riguardano Ragusa". Dopo indiscrezioni, prese di posizione e comunicazioni social, oggi è il giorno di Mario D’Asta. L'ex assessore ha convocato la stampa questa mattina per illustrare i motivi che lo hanno portato alle proprie dimissioni.
Di qualche giorno fa, il lungo post sui social in cui D'Asta ha anticipato qualche argomento. L'ex assessore all'Ambiente ha parlato di "una decisione maturata nel tempo, frutto di un’attenta riflessione e di un confronto schietto con il Sindaco e con altre figure con cui ho condiviso il percorso politico-amministrativo".
Si parla di un depotenziamento delle deleghe deciso da Cassì e mal digerito dal rappresentante di Ragusa Futura in Giunta. Al centro di tutto la gestione dell'Ambiente, da sempre nel mirino delle opposizioni. "Le dimissioni hanno rappresentato un gesto di responsabilità verso la nostra comunità. Una scelta conseguente alla presa d’atto del perpetuarsi di decisioni – o non decisioni – che hanno depotenziato l’azione amministrativa per una città ancora più verde, pulita, ordinata e decorosa. Esattamente come io la immaginavo", si legge.
"La politica, per me, è e deve rimanere uno strumento di cambiamento concreto. Quando vengono meno le condizioni politiche, amministrative, economiche e gestionali necessarie a rendere efficace l’azione del cambiamento, è doveroso prenderne atto. Nelle deleghe che mi erano state affidate, senza gli strumenti adeguati, non avrei potuto dare a Ragusa le risposte che merita. E lo ribadisco: senza strumenti reali non avrei potuto servire la mia – la nostra – città. Io non sono fatto per “scaldare la sedia”, né per difendere una poltrona o uno stipendio".
Intanto a palazzo dell'Aquila lo scontro tra maggioranza e opposizione si concentra sul bilancio. In Aula lunedì sera forti critiche sulla tempistica troppo stringente imposta dal presidente del consiglio per la discussione dell'importate atto. "Non avete minimamente coinvolto le minoranze, chiediamo almeno di posticipare di una settimana le scadenze, per poter studiare il bilancio e compiere il nostro dovere", è stata la richiesta del capogruppo Pd Peppe Calabrese. Di ieri la notizia che il rinvio non è stato concesso.
Uno scontro che si è spostato in commissione, convocata ieri mattina proprio per esitare la proposta di bilancio. Il dem Mario Chiavola ha infatti scelto di uscire dalla sala non garantendo il numero legale. "Quando l’ostruzionismo politico batte l’interesse pubblico", ha commentato la consigliera comunale Maria Grazia Criscione per conto del movimento Direzione Ragusa, stigmatizzando la scelta dell'esponente del Partito democratico. "Con che faccia ci si erge pubblicamente a paladini dell’interesse della città se poi, quando c’è da votare in Commissione un atto fondamentale come il Bilancio, l’unico interesse è fare ostruzionismo?”.