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REGIONE

Rinvio in aula: slitta il parere sul deputato supplente, priorità alla formazione

Il parere obbligatorio spostato a data da destinarsi, commissione bilancio in stallo e tensioni nel centrodestra: il governo dà priorità ai fondi Pnrr per la formazione, mentre il Pd contesta costi e ingerenze di Roma

Accursio Sabella

30 Settembre 2025, 21:00

30 Settembre 2025, 21:01

Ars

A Sala d'Ercole vuoti nei banchi

La partita si gioca su due binari che, però, di tanto in tanto si incontrano. Da una parte, la Commissione bilancio dove procede a rilento l'esame delle variazioni. Dall'altra l'Aula, impegnata, tra le altre cose – compreso il ddl che “salva” i fondi Pnrr per la Formazione – a discutere l'introduzione nello Statuto siciliano della figura del deputato supplente.

Un parere, nemmeno vincolante, a una modifica che arriverebbe dal Parlamento romano. Ma dalla forte connotazione politica. Una novità promossa dal presidente della Regione Renato Schifani e dalla sua maggioranza. Non tutta, forse. O almeno così spera il Pd che oggi aspettava al varco il centrodestra, dopo la richiesta di discussione della norma, avanzata dal capogruppo Michele Catanzaro. Ma l'attesa è stata delusa. Il voto del parere, infatti, è slittato ancora una volta. Un nuovo rinvio, frutto di una precisa richiesta «che mi è arrivata dal governo – ha spiegato il coordinatore del M5S, Nuccio Di Paola, che ha presieduto l'Aula – di dare priorità alla norma sulla formazione». E così, di deputato supplente non si parlerà nemmeno questa settimana. Tutto rimandato alla prossima, quando saremo a pochi giorni dalla scadenza prevista per esitare il parere.

Un'occasione mancata, però, secondo i deputati Dem: il centrodestra, filtra dagli ambienti del Pd, vive grandi fibrillazioni proprio a causa dell'esame della “manovrina”. E oggi si registravano numerose assenze. Sarebbe stato il momento giusto per mettere in difficoltà la coalizione, anche attraverso il ricorso al voto segreto. Questa la strategia, evaporata di fronte al rinvio comunicato da Di Paola: «Ma siamo sicuri – spiega – che ci fossero i numeri per bocciare quel parere? Quello che più colpisce, semmai, è il silenzio sui costi relativi all'introduzione di 12 potenziali deputati in più. Oltre al fatto che sia Roma a decidere per la Sicilia. Detto ciò, non vedo l'interesse dell'opposizione a spingere per il voto. Il governo ha chiesto di dare priorità ad altro? Va bene così».

Se ne parla la prossima settimana, quindi. Quando il centrodestra si ritroverà probabilmente presente e compatto, per discutere delle variazioni di bilancio.