Area pedonale
Deserto in piazza Federico di Svevia: «Riaperta, ma non è ancora bastato»
Le associazioni chiedono una programmazione sistematica di appuntamenti
Così vicina, eppure ancora così distinta e distante dal cuore della città: parliamo di piazza Federico di Svevia, o del Castello Ursino, che secondo Google Maps dista 650 metri a piedi da piazza Duomo percorribili in 6 minuti, due in bicicletta, ed è una delle più grandi aree pedonali della città. Eppure, a differenza di quanto prospettato dalla sua istituzione (un anno e mezzo fa), la zona langue.
Il vuoto pneumatico della piazza è palpabile di giorno, ma anche di sera e nonostante la parziale riapertura al solo transito nei giorni feriali nell'area ovest dallo scorso 16 ottobre, dalle 19 all’1 di notte, che durerà fino al 19 maggio, ordinanza Utu del 25 febbraio 2025. E che, forse per scarsa diffusione dell'informazione, non ha sortito l'effetto sperato.
«La prima settimana di riapertura è stata un flop – ammette Francesco Giustolisi, a nome delle attività economiche della piazza - l'amministrazione non deve ignorare l'impatto e le conseguenze delle decisioni prese, ci aspettiamo un confronto schietto e costruttivo. La piazza l'abbiamo scelta, e ci crediamo ancora».
Pure il paradosso è servito: se per accorciare le brevi distanze dal centro città si voleva puntare sulla mobilità sostenibile, almeno per ora è stato un fallimento. In piazza infatti da tre anni esiste una postazione di bike sharing mai attivata per problemi di allaccio Enel. Si spera che il nuovo servizio in via di attivazione da parte di Amts abbia migliore fortuna, e che l'appalto per i monopattini appena affidato abbia previsto, col Comune, una postazione qui.
Non è un alibi neanche la chiusura del Castello Ursino per ristrutturazione: i visitatori non avevano mai sfondato i centomila l'anno neanche post Covid. I lavori dureranno qualche anno, ma il prospetto del maniero resta lì e, come assicura Paolo Di Caro, direttore della Cultura, «appena finirà la fase degli interventi al tetto del Castello, che secondo quanto riferisce la direzione Lavori in qualche modo hanno un impatto anche sulle aree limitrofe, il fossato verrà messo a disposizione per visite e percorsi guidati fra le lave, i resti delle mura di Carlo V ed eventi».
Gli eventi. Ci sono stati e sono ben visti da queste parti, ma di certo non se fatti “random”. «Non salveranno la piazza - è convinta Brigida De Klerk, dell’associazione “Pulci di Città”, nota per i mercatini artigianali - che a oggi è considerata zona morta. La programmazione va fatta tutto l'anno, con la possibilità di creare una sinergia con associazioni e realtà economiche, in modo sistematico e riconoscibile. Siamo pronti a collaborare con l'amministrazione, ma diciamo no all'improvvisazione».
«Con la desolazione e la parziale riapertura al transito hanno preso il sopravvento di nuovo i parcheggiatori abusivi tra via Plebiscito e via Grimaldi – rileva il residente Andrea Scollo – si rivedono gli spacciatori che fanno la spola fra la piazza e via Vivaio. Restano i furti e le spaccate al parcheggio di via Zurria e nei dintorni, dove sono aumentati ambulanti di frutta e verdura e camion dei panini di certo non controllati». «Sono un catanese innamorato e deluso da questa città – premette Sebastiano Laudani – ricordo le botteghe artigiane e i negozi, ormai scomparsi, anche in piazza Federico di Svevia. Personalmente, approvo la pedonalizzazione, ma valorizzerei di più le stradine e i vicoli che si aprono sulla piazza: perché non rivisitarla, magari con un concorso di idee?».