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LA SENTENZA

Prosciolto 52enne accusato di violenza su una 15enne: per il Tribunale lei era consenziente

“Una sentenza che ci riporta indietro di 30 anni”, ha commentato l’avvocata Maria Teresa Manente, responsabile dell’ufficio legale di Differenza Donna

Alfredo Zermo

12 Dicembre 2025, 20:47

Prosciolto 52enne accusato di violenza su una 15enne: per il Tribunale lei era consenziente

Assolto perché i rapporti erano consenzienti. Un 52enne, imputato di violenza sessuale ai danni di una quindicenne, è stato prosciolto dal Tribunale di Venezia al termine del dibattimento in cui la Procura aveva chiesto otto anni di reclusione.

La decisione è stata pronunciata mercoledì scorso dal collegio presieduto dalla giudice Francesca Zancan.

La vicenda era approdata in aula dopo la denuncia presentata dalla famiglia della ragazza. I genitori, insospettiti da una frequentazione protrattasi per mesi, avevano incalzato la figlia per comprendere la natura del rapporto. La giovane aveva allora riferito in casa di essere stata costretta dall’uomo ad avere rapporti.

I due si erano conosciuti su Instagram nel 2020. Secondo la ricostruzione del pm Giovanni Zorzi, dopo i primi scambi in chat l’imputato avrebbe iniziato a chiederle “insistentemente di potersi incontrare di persona”, perseverando “a fronte di rifiuti categorici”. Per l’accusa, quell’insistenza avrebbe generato nella minorenne “un senso di oppressione e di obbligo tale da assecondarlo”, fino a pianificare incontri cadenzati ogni due settimane.

Nel processo per violenza sessuale aggravata dalla minore età della presunta vittima sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui la ragazza, oggi maggiorenne. Il suo racconto, però, non ha convinto il collegio, che lo ha giudicato “inverosimile”. Determinante, per i magistrati, una serie di messaggi inviati dalla giovane al 52enne — tra cui uno con scritto “sei mio” — dai quali emergerebbe il consenso.

Nelle motivazioni, lette contestualmente in aula, i giudici ipotizzano che la ragazza possa aver descritto i fatti come violenza per timore della reazione dei genitori.

Una sentenza che ci riporta indietro di 30 anni”, ha commentato l’avvocata Maria Teresa Manente, responsabile dell’ufficio legale di Differenza Donna. “Anche una volta non si crede ad una ragazza, la si accusa di aver provocato. Il ‘lei ci sta’ diventa prova contro la sua parola, si sostiene sia stato il suo comportamento a legittimare la condotta di un uomo adulto”.