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Marjorie Taylor Greene, la pasionaria MAGA rompe con Trump sugli Epstein File e lascia il Congresso

Il presidente le dà della traditrice. Lei: «Mi rifiuto di essere una moglie malmenata che spera che tutto svanisca e migliori»

22 Novembre 2025, 18:41

Marjorie Taylor Greene, la pasionaria MAGA rompe con Trump sugli Epstein  File e lascia il Congresso

Donald Trump ottiene lo scalpo della deputata repubblicana Taylor Greene dopo la recente rottura sul caso Epstein. La vestale del movimento MAGA, tramutatasi da fervente alleata a feroce critica del tycoon, ha annunciato a sorpresa che dal 5 gennaio lascerà il Congresso. E lo ha fatto in modo polemico, dopo che una settimana fa il tycoon l’aveva definita una «traditrice» che «si è persa per strada» ed «è andata molto a sinistra», togliendole il suo appoggio per le primarie e promettendolo a un suo sfidante.

«Ho troppo rispetto per me stessa e troppa dignità» per sopportare una primaria piena di offese e odio contro di me da parte del presidente per cui tutti abbiamo combattuto», ha spiegato MTG (l'acronimo con cui è conosciuta) in un video di 11 minuti pubblicato sui social. «Mi rifiuto di essere una moglie malmenata che spera che tutto svanisca e migliori», ha proseguito, con un’immagine destinata a restare, soprattutto alla luce dei recenti insulti misogini di Trump. La star Maga non ha risparmiato critiche al presidente e all’ipocrisia dei colleghi di partito, ricordando di aver combattuto più duramente di quasi ogni altro repubblicano per far eleggere Donald Trump e i repubblicani al potere, mentre «nel frattempo la maggior parte dei repubblicani dell’establishment, che in segreto lo odiano, che lo hanno pugnalato alle spalle e non lo hanno mai difeso da nulla, sono stati tutti accolti dopo le elezioni».

«Una grande notizia per il Paese», ha commentato a caldo il tycoon. Poi su Truth ha scritto che «Marjorie 'Traditrice' Brown» — il nuovo nomignolo che le ha affibbiato — si dimette per il suo calo nei sondaggi e il rischio di una sconfitta alle primarie contro un rivale sostenuto dal presidente. Quindi le ha rimproverato di essere «diventata cattiva» e di aver collaborato col «peggior deputato repubblicano degli ultimi decenni, Tom Massie», co-promotore della legge per la divulgazione dei file Epstein, cui inizialmente il presidente era contrario. La rottura è avvenuta proprio su questo tema, dopo che Greene si era schierata apertamente con le vittime del defunto finanziere pedofilo, accusando Trump di tradire una delle sue promesse elettorali. Ma prima gli aveva contestato di essersi allontanato dal mondo Maga anche per la sua politica estera sempre più interventista e per la sua opposizione alla proroga dei sussidi all’Obamacare che penalizza i più poveri.

L’uscita di Greene arriva nel momento in cui avrebbe potuto godersi il trionfo sul caso Epstein e guidare la fronda contro un tycoon che, ai minimi nei sondaggi, comincia ad essere sfidato anche da altri repubblicani. Invece, anche in seguito a varie minacce di morte (arrivate pure alle vittime di Epstein), segue le orme di dissidenti come Liz Cheney, Bob Corker, Jeff Flake e Adam Kinzinger, arrendendosi alla logica spietata di The Donald: o sei leale o sei fuori.

La 51enne deputata della Georgia non ha detto cosa farà, ma più di qualcuno (compreso Steve Bannon) pensa che la sua carriera politica non sia finita qui e che potrebbe candidarsi alla Casa Bianca nel 2028. Magari ripulendo la sua immagine di «pazza cospirazionista», seguace della teoria complottista di QAnon e sostenitrice della pena di morte contro i suoi avversari: recentemente, alla CNN, che ha cavalcato la sua conversione sulla via di Damasco, si è scusata «per aver preso parte alla politica tossica, molto negativa per il nostro Paese».