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Il caso

Educazione sessuale a scuola, scontro alla Camera. Valditara attacca le opposizioni: «Sfruttate i femminicidi»

“Sono indignato che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi, vergognatevi”, ha detto il ministro. Urla e proteste dai banchi del centrosinistra

Redazione La Sicilia

12 Novembre 2025, 21:42

valditara

Bagarre alla Camera sul ddl sul consenso informato e sull’educazione sessuale a scuola. Le proteste del centrosinistra sono esplose durante l’intervento in Aula del ministro Giuseppe Valditara che ha puntato il dito contro chi ha “sfruttato un tema delicato come i femminicidi” per attaccare il ddl. “Sono indignato – ha affermato – che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi”, “vergognatevi”. La reazione della minoranza parlamentare è stata altrettanto accesa: urla e proteste contro il titolare dell’Istruzione per stigmatizzarne un atteggiamento definito “irrispettoso”.

“Si è creata una frattura profonda tra governo e Parlamento che non ci permette di andare avanti su questo provvedimento”, ha annunciato per il Pd la deputata Simona Bonafé. Dello stesso avviso M5s e anche Avs che, con Marco Grimaldi, ha chiosato: “Ne riparleremo quando arriveranno le scuse”. Così, dopo ore di braccio di ferro e mancate scuse, lo scontro parlamentare è sfociato in ostruzionismo da parte delle opposizioni, che – non avendo ottenuto né la sospensione dell’esame del ddl, né il suo ritorno in commissione – hanno iniziato ad intervenire in massa. La riunione dei capigruppo, accordata in serata, ha stabilito che domani si andrà avanti con il consenso informato, ma il via libera, inizialmente atteso per oggi, rischia di slittare. “Faremo in modo che” il ddl sul consenso informato “vada a slittare nelle settimane successive”, promettono dal M5s. E c’è chi prospetta un rinvio addirittura a dicembre, visti i decreti in calendario.

“È falso che impediamo l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole”, aveva detto Valditara, rimarcando che nel disegno di legge si fa esplicito riferimento a “quanto previsto dalle indicazioni nazionali, cioè dai programmi scolastici”. “Se vogliamo discutere di programmi didattici e attività nelle scuole discutiamone. Se invece parliamo di femminicidi” occorre guardare i dati e non sembra che portino a “una correlazione proficua tra l’educazione sessuale nelle scuole e il numero delle violenze sessuali e dei femminicidi”, è intervenuta la collega di governo Eugenia Roccella. “Con questo provvedimento ci sarà un affievolimento degli strumenti che possono essere utili a contrastare violenza di genere”, è invece la contestazione del segretario di Più Europa, Riccardo Magi. “Gino Cecchettin ha spiegato che l’educazione affettiva e sessuale è fondamentale per prevenire i femminicidi”, ha detto anche Maria Elena Boschi di Iv. La dem Irene Manzi ha, invece, rimarcato come il divieto di educazione sessuale per le materne e le elementari nel provvedimento in esame ci sia eccome. Diversa la sorte delle medie che – in un emendamento correttivo presentato dalla Lega – sono state equiparate alle superiori: in entrambi i casi i progetti e le attività di questo genere saranno possibili, ma sarà richiesto il consenso informato dei genitori.

Dopo la bagarre, il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli, accompagnato da altri deputati, avrebbe invitato Valditara a dare un “contributo per svelenire il clima, riportando la discussione ai toni giusti”. “Teniamo da parte il tema dei femminicidi e delle violenze di genere che ci vede alleati”, ha affermato, quindi, il ministro in un secondo intervento d’Aula. E i lavori parlamentari sembrano quasi dargli ragione se, quasi contemporaneamente alle liti in Aula, in Commissione Giustizia si è raggiunta un’intesa bipartisan per far entrare la mancanza di “consenso libero ed attuale” nel reato di violenza sessuale grazie a un emendamento al disegno di legge per la modifica dell’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso, presentato dalle relatrici, Michela Di Biase del Pd e Carolina Varchi di FdI, dopo una trattativa che anche nelle ultime ore ha coinvolto le leader dei due partiti, Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni.

Nessuno sconto e nessun accordo, invece, sull’altra partita. Con la maggioranza pronta a fare quadrato attorno al ministro. “L’opposizione si indigna per la replica del ministro. Peccato che non si sia fatta scrupolo nel praticare un ostruzionismo irrispettoso” e “ha ripetutamente insultato la maggioranza”, l’accusa del leghista Rossano Sasso. Il ministro “ha evidentemente toccato un nervo scoperto dell’opposizione. Le sue parole sono una legittima risposta di fronte a critiche strumentali che, da tempo, vengono rivolte al ddl”, gli ha fatto eco Alessandro Amorese di FdI. Caso Valditara a parte, anche nella maggioranza non mancano le perplessità sul disegno di legge: gli azzurri, ad esempio, non hanno sottoscritto il provvedimento e tra loro alcuni – nelle discussioni interne – hanno espresso remore su contenuti e utilità.