×

Washington

Usa, c'è l'intesa in Senato per la fine dello shutdown. E le borse esultano

Verso la fine dello "stallo" nelle spese governative negli Stati Unit: fragile tregua di tre mesi. I democratici si spaccano: in otto votano con i repubblicani

Redazione La Sicilia

10 Novembre 2025, 20:40

Usa, c'è l'intesa in Senato per la fine dello shutdown. E le borse esultano

Il Senato americano raggiunge un accordo per mettere fine allo shutdown, e le borse brindano scommettendo sulla fine della paralisi governativa. L’intesa è appoggiata dalla Casa Bianca ma spacca i democratici perché non include l’estensione dei sussidi all’Obamacare, quella al centro dello scontro e sulla quale era stato chiuso il governo. Otto senatori liberal hanno appoggiato il compromesso dei repubblicani che prevede di finanziare l’apparato governativo per i prossimi tre mesi, concedendo di fatto tempo alle parti per raggiungere un accordo definitivo ed evitare un caos che, con il passare dei giorni, sta sempre più complicando la vita di milioni di americani. Nell’intesa non c'è traccia dei sussidi all’Obamacare ma solo la promessa di voto in dicembre. Una mancanza che ha scatenato una bufera sul leader dei democratici in Senato Chuck Schumer, di cui alcuni chiedono ora la testa per non essere riuscito a mantenere il fronte compatto e aver permesso al partito di capitolare nonostante le vittoria alle urne della scorsa settimana.

Il leader dei liberal alla camera, Hakeem Jeffries, ha difeso a spada tratta Schumer ma senza riuscire a placare la furia all’interno del partito. «Sì e sì», ha risposto secco a chi gli chiedeva se il leader dei democratici in Senato avesse fatto un buon lavoro e dovesse mantenere l’incarico. L’intesa è stato un «errore», ha tuonato il senatore liberal del Connecticut Chris Murphy. Ro Khanna e Serth Moulton hanno invece criticato Schumer per essere ormai inefficace: «dovrebbe essere sostituito», hanno detto. Bernie Sanders ha parlato di una «nottata molto negativa», riferendosi all’accordo raggiunto domenica in tarda serata. «Sarebbe un terribile errore cedere a Trump in questo momento», ha aggiunto. "Questo non è un accordo, è una resa. Non inginocchiatevi!», ha detto il governatore della California e possibile candidato al 2028 Gavin Newsom. Gli otto senatori democratici che hanno votato insieme ai repubblicani in Senato - Angus King, Tim Kaine, Dick Durbin. John Fetterman, Maggie Hassan, Jeanne Shaheen, Catherine Cortez Masto e Jack Rosen - hanno spiegato di averlo fatto perché non potevano più sopportare le difficoltà degli americani, fra i dipendenti federali senza stipendio, il blocco dei finanziamenti ai buoni spesa e il caos nei cieli. Negli aeroporti infatti con il passare dei giorni la situazione è sempre più difficile con migliaia di cancellazioni, volti in ritardo e lunghe file per i controlli. Per limitare i danni, Trump ha esortato i controllori di volo a tornare subito al lavoro e si è impegnato a "raccomandare un bonus da 10.000 dollari» per chi non ha lasciato il suo posto durante lo shutdown. L’accordo per la Casa Bianca e il presidente è un passo nella giusta direzione: il tycoon ha assicurato ai repubblicani che firmerà subito l’intesa approvata se la camera la approverà. Un via libera non è del tutto scontato, anche se lo speaker della Camera Mike Johnson ha ostentato sicurezza e si è detto sicuro che i voti ci saranno. A essere soddisfatti della tregua sono i mercati finanziari.

Le borse europee chiudono tutte in territorio positivo, con Milano che ha chiuso in rialzo del 2,2% con la volata delle banche. Positive anche Londra e Parigi, che hanno guadagnato rispettivamente l’1,08% e l’1,32%. Wall Street avanza decisa, lasciandosi alle spalla la peggiore settimana da aprile. I tecnologici ritrovano slancio e corrono intravedendo una fine dello shutdown, che ha lasciato al buio la Fed privandola dei dati economici alla base delle sue decisioni di politica monetaria, complicando un possibile ulteriore taglio dei tassi di interesse. Plaudendo all’accordo, gli investitori continuano a guardare a Washington e sperare che la fragile intesa possa essere approvata senza colpi di scena.

(di Serena Di Ronza - ANSA)