RUSSIA
Putin presenta il nuovo missile nucleare: «Testato con successo, non ha eguali al mondo». Ha una gittata di 20.000 km
Il nuovo razzo intercontinentale 9M730 Burevestnik porta un nome evocativo: in russo significa “procellaria”, l’uccello delle tempeste
Il missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik “non ha eguali al mondo”. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin durante una visita al posto di comando del gruppo di forze congiunte di Mosca. “Ho un rapporto industriale e le valutazioni del ministero della Difesa sono generalmente note. Dopotutto, si tratta di un prodotto unico, diverso da qualsiasi altro al mondo”, ha dichiarato. “Ricordo bene quando annunciammo che stavamo sviluppando un’arma del genere. Persino specialisti altamente qualificati mi dissero che, sì, era un obiettivo valido e meritevole, ma irrealizzabile nel prossimo futuro. Questa, ripeto, era l’opinione di specialisti altamente qualificati”, ha aggiunto.
Secondo lo Stato maggiore della Difesa russo, nel test del 21 ottobre il Burevestnik è rimasto in volo per circa 15 ore percorrendo 14.000 chilometri. Stando all’agenzia Tass, il programma è stato avviato dopo il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato antimissili balistici del 1972, avvenuto nel dicembre 2001. Per il ministero della Difesa di Mosca, lo sviluppo di nuovi sistemi strategici mira a rafforzare la capacità di deterrenza e a prevenire aggressioni contro il territorio russo.
Il Burevestnik, missile da crociera con propulsione autonoma, si distingue dai vettori balistici per il profilo di volo e il sistema di guida, affidato a un calcolatore di bordo o al supporto satellitare. Tra le peculiarità figura la quota estremamente bassa, che ne complica l’individuazione da parte dei radar.
Il nuovo missile intercontinentale 9M730 Burevestnik porta un nome evocativo: in russo significa “procellaria”, l’uccello delle tempeste. Malgrado l’appellativo, si tratta di un’arma concepita per ingaggiare obiettivi ad alta protezione a qualsiasi distanza con elevata precisione. “Senza eguali al mondo”, ha sintetizzato con orgoglio Putin.
L’ordigno, lanciato da terra a bassa quota, è in grado di trasportare testate nucleari ed è alimentato a sua volta da un sistema di propulsione nucleare, caratteristica che, secondo i russi, ne estende in modo significativo l’autonomia. In ambito Nato è classificato come SSC-X-9 Skyfall. Mosca sostiene che il vettore disponga di gittata pressoché illimitata e sia in grado di eludere le difese, volando fra i 50 e i 100 metri dal suolo, al di sotto della soglia ottimale di rilevazione dei radar.
Le sue specifiche, secondo quanto riferito, consentirebbero di colpire “bersagli altamente protetti a qualsiasi distanza con precisione garantita”, aggirando “i sistemi antimissile e di difesa aerea”. Il think tank britannico International Institute for Strategic Studies ipotizza una gittata fino a 20.000 chilometri, sufficiente a raggiungere obiettivi negli Stati Uniti da più località russe. La Nuclear Threat Initiative, organizzazione impegnata nella riduzione dei rischi nucleari, ritiene che il Burevestnik possa restare in volo per giorni, rilasciando testate in modo imprevedibile.
Putin ha ordinato di predisporre “le infrastrutture per mettere in servizio quest’arma nelle forze armate russe”. Nel 2024 alcuni ricercatori statunitensi avrebbero individuato, in un deposito nucleare a nord di Mosca, il possibile sito di dispiegamento.
Non mancano tuttavia le criticità sollevate da diversi esperti: la velocità subsonica aumenterebbe la vulnerabilità del missile quanto più a lungo resta in aria, mentre il sistema di propulsione potrebbe comportare rischi radiologici durante il volo. Lo sviluppo del programma è stato segnato anche da incidenti: nel 2019 cinque persone morirono nel tentativo di recuperare dal fondale marino un esemplare perso in seguito a un test fallito.