Le sanzioni decise dagli Stati Uniti contro i giganti dell’energia russi Rosneft e Lukoil sono «un atto ostile» che «non rafforza i rapporti» tra i due Paesi. In conferenza stampa al Cremlino, il presidente Vladimir Putin ha commentato le recenti misure economiche di Washington, riaccendendo le tensioni tra le due potenze anche alla luce dell’annullamento del vertice di Budapest tra i due leader.
«Nessun Paese che si rispetti fa mai qualcosa sotto pressione», ha affermato Putin, sostenendo che le nuove restrizioni contro le principali compagnie petrolifere russe non avranno un impatto significativo sull’economia nazionale.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ria Novosti, Putin ha inoltre precisato che, nell’ultima conversazione con Donald Trump, aveva avvertito dei possibili effetti delle sanzioni sui prezzi globali del petrolio, inclusi quelli negli Stati Uniti.
Pur mantenendo toni critici, il capo del Cremlino ha ribadito che «il dialogo è sempre meglio dello scontro». Commentando la cancellazione dell’incontro con Trump previsto a Budapest, in Ungheria, nelle prossime settimane, ha aggiunto: «Sarebbe un errore sia per me che per il presidente degli Stati Uniti affrontare la questione con leggerezza e concludere questo incontro senza il risultato atteso», sottolineando che appuntamento e sede erano stati originariamente proposti da Washington. Ora, ha osservato, Trump ha deciso di «rinviare» l’incontro. «Beh, cosa si può sempre dire? Il dialogo è sempre meglio dello scontro, delle controversie o addirittura della guerra», ha concluso Putin.
Di segno opposto, com’è nel suo stile, la reazione arrivata di primo mattino da Dmitrij Medvedev. Su Telegram, l’attuale numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale ha invitato chi in Russia si era fatto «illusioni» a ricredersi, prendendo di mira Trump: «Gli Usa sono il nostro nemico, e il loro “pacificatore” loquace ora ha preso pienamente la via della guerra contro la Russia».
A ricondurre le reazioni sul binario della prudenza ha provveduto il ministero degli Esteri. Le sanzioni statunitensi sono un passo «assolutamente controproducente», ha dichiarato la portavoce Maria Zakharova, anche rispetto alla possibilità di «raggiungere soluzioni significative al conflitto ucraino attraverso i negoziati». La Russia, ha aggiunto, ha «sviluppato una immunità durevole alle restrizioni occidentali» e le nuove misure «non causano alcun particolare problema» al Paese, che «continuerà a sviluppare con sicurezza il suo potenziale economico, compreso il suo potenziale energetico».
Linea confermata in serata da Putin, che ha però tracciato una netta linea rossa: se fosse revocato il divieto per l’Ucraina di usare missili a lungo raggio per colpire in profondità la Russia, «la risposta sarà molto forte, se non schiacciante». Un messaggio che Trump sembra avere già recepito, avendo smentito ieri come «fake news» l’indiscrezione del Wall Street Journal secondo cui avrebbe autorizzato Kiev a impiegare missili a lungo raggio contro la Russia.