×

Rai e politica

L'ex ministro Sangiuliano si candida alle Regionali in Campania. Usigrai: «La Rai lo sospenda da corrispondente»

L'ex ministro, da pochi mesi corrispondente a Parigi, annuncia che correrà come capogruppo di Fratelli d'Italia nella sua Regione. Tra i competitors troverà anche l'ex amante Maria Rosaria Boccia

Redazione La Sicilia

22 Ottobre 2025, 13:08

7e9b789962b50a440e27719d943a754b

Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura

"Ho accettato l'invito che mi è venuto dai vertici di Fratelli d'Italia: guiderò la lista al Consiglio regionale della Campania". Lo annuncia in un'intervista al Corriere della Sera l'ex ministro e giornalista Rai, Gennaro Sangiuliano.

"Vorrei riprendere un discorso con i miei concittadini - ha aggiunto -. Sono napoletano, nato nel centro storico, quartiere San Lorenzo. La cosa ha iniziato a prendere forma la scorsa primavera. Ne ho parlato con persone a me particolarmente amiche: Giovanni Donzelli, Ignazio La Russa e Arianna Meloni. E ne ho discusso anche con il candidato governatore del centrodestra, Edmondo Cirielli, che stimo molto. C'è da riprendere un discorso, parlare della qualità della vita di tutti. Non c'è né rivalsa né riscatto".

Sul rapporto con la premier aggiunge: "Nessuna freddezza. La premier è talmente impegnata: non abbiamo un rapporto quotidiano, ma ora che ho deciso mi ha detto: "In bocca al lupo, fai le cose per bene vai avanti"». In Campania potrebbe avere come competitor anche Maria Rosaria Boccia, pronta a correre con Bandecchi. Ha timori? "Non dico nulla. Ho molta fiducia nella magistratura italiana. Basterà attendere che la giustizia faccia il suo corso", conclude.

Una persona che gli è stata vicina in questo anno complicato? "Tante. Giuseppe Conte e Andrea Orlando, per esempio. Sono avversari politici, ma hanno compreso il lato personale della vicenda. Poi Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, a cui voglio molto bene. E persino Marco Travaglio è stato solidale".

Sangiuliano è attualmente corrispondente della Rai a Parigi. E il sindacato dei giornalisti Usigrai ne chiede l'immediata sospensione. "Dopo aver giocato per settimane a nascondino su una possibile candidatura alle prossime elezioni regionali in Campania, Gennaro Sangiuliano ha annunciato sui giornali il suo ritorno in politica. In gioco però non c'era la legittima scelta di candidarsi, ma, ancora una volta, la credibilità della Rai, usata da Sangiuliano come un tram che lo porti dove gli pare". Lo scrive in una nota l'esecutivo Usigrai che aggiunge: "Apprendiamo dalla sua intervista rilasciata al Corriere della Sera che il corrispondente della Rai, già ministro del governo in carica, si "divertiva" a fare la rassegna stampa francese alla Premier, e che l'idea di candidarsi sia partita la primavera scorsa, proprio quando la Rai, in tutta fretta, ha deciso di affidargli la guida della sede di Parigi. Ci chiediamo se i vertici Rai fossero a conoscenza dei progetti politici di Sangiuliano quando hanno deciso il suo nuovo incarico, concedendogli quindi una importante vetrina personale. Avevamo ragione, quando prima della nomina a corrispondente chiedemmo alla Rai scelte più prudenti per Sangiuliano, che ora, arrivato a destinazione, scende dal tram Rai. Nel frattempo, la credibilità del servizio pubblico è arrivata al capolinea", conclude la nota firmata Esecutivo Usigrai.

All'attacco anche Sandro Ruotolo, responsabile informazione nella segreteria del Partito Democratico: "La Rai è diventata la Rai delle porte girevoli: si entra da dirigente, si passa al governo, si torna in redazione e poi ci si candida. La Rai non è più la casa di tutti. È diventata la casa di pochi, degli amici del governo e degli amici degli amici. E finché il servizio pubblico verrà usato come trampolino di lancio per la politica, non potremo più chiamarlo servizio pubblico. L'European Media Freedom Act dice che il servizio pubblico radio televisivo deve essere indipendente e autonomo dalla politica. È entrato pienamente in vigore l'8 agosto 2025, ma l'Italia non si è ancora adeguata. Bisogna approvare subito la riforma della governance aziendale. Serve una visione alta, non quella di una TV di partito. Perché la Rai, quella vera, non appartiene a nessun governo: appartiene ai cittadini italiani".