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Fiorentina, bivio d’inverno: spareggio di Conference con una trappola polacca o un amarcord cipriota

Due notti d’Europa per rilanciarsi: il sorteggio del 16 gennaio a Nyon indicherà se sarà lo Jagiellonia Białystok o l’Omonia Nicosia l’ostacolo dei playoff del 19 e 26 febbraio. La Viola ha chiuso al 15° posto nella League Phase: dettagli, uomini chiave, rischi e opportunità di un incrocio che pesa la stagione.

Redazione La Sicilia

19 Dicembre 2025, 04:45

Fiorentina, bivio d’inverno: spareggio di Conference con una trappola polacca o un amarcord cipriota

La scena è questa: alle 21.01 del 18 dicembre, il tabellone della nuova Conference League si congela, e tra le caselle di metà classifica, una spunta in viola. La Fiorentina, piegata dagli strappi di un’autunno irregolare, atterra al 15° posto, il più alto tra le non qualificate direttamente agli ottavi, con il premio–penitenza di uno spareggio a febbraio. Il regolamento nuovo di zecca è spietato e aritmetico: le posizioni 15/16 incrociano le 17/18. Ecco perché, al sorteggio del 16 gennaio nella Casa del Calcio Europeo a Nyon, il nome abbinato alla Viola uscirà da un’urna ristretta a due: Jagiellonia Białystok o Omonia Nicosia. Le partite? 19 e 26 febbraio 2026, andata e ritorno, con la partita decisiva a Firenze perché la Fiorentina è tra le “teste di serie” dello spareggio.

Cosa significa davvero “15° posto”

In questa Conference League “allargata” a 36 squadre, la League Phase sostituisce i vecchi gironi: si affrontano sei avversarie diverse, tre in casa e tre fuori; le prime otto vanno dirette agli ottavi, dalla alla 24ª si giocano la stagione in due giovedì di febbraio. La Fiorentina si colloca al punto esatto in cui il destino è ancora nelle mani della squadra, ma con un margine d’errore minimo: il doppio confronto di playoff è il crocevia.

Due alternative, due geografie del rischio

Opzione 1: Jagiellonia Białystok, il progetto che non ti aspetti

Lo Jagiellonia è l’outsider che negli ultimi due anni ha imparato a prendersi sul serio. Cresciuto nel solco di Adrian Siemieniec, tecnico giovane, idee chiare, ha messo insieme un gruppo pragmatico e verticale, in cui la leadership offensiva si divide tra l’angolano Afimico Pululu e lo spagnolo Jesús Imaz. Dati alla mano: nella stagione scorsa di Conference Pululu è stato capocannoniere con 8 gol, e in questa annata europea—prima della pausa—ha già inciso. Imaz, veterano e totem tecnico, viaggia da anni in doppia cifra stagionale.

C’è però una notizia che pesa sul sorteggio: Pululu salterà almeno l’andata dei playoff per squalifica, dopo il rosso diretto rimediato al 63’ in AZ–Jagiellonia 0-0 nella serata del 18 dicembre. Un episodio netto, verificato dalle cronache olandesi e internazionali, che toglie allo Jaga il riferimento più fisico nella profondità. Per la Viola è un dettaglio non banale: senza Pululu, gli attacchi polacchi si appoggiano più spesso su combinazioni corte e sui tagli intelligenti di Imaz tra le linee.

  1. Identikit tecnico
  2. Allenatore: Adrian Siemieniec. Ordine, transizioni rapide, blocco medio con linee strette; spirito di sacrificio nelle gare esterne.
  3. Uomini chiave: Jesús Imaz (attaccante associativo con istinto per il gol), il capitano Taras Romanczuk (equilibrio e letture in mediana), esterni di gamba per ribaltare l’azione.
  4. Stato di forma e contesto: club solido, in Ekstraklasa viaggia nell’alta zona della classifica; ambiente caldo ma non caotico, stadio compatto, trasferte lunghe dal Sud Europa.

– Cosa cambia senza Pululu Con Pululu out, lo Jagiellonia perde centimetri, gioco spalle alla porta e minaccia sui cross. Cresce il peso specifico di Imaz negli smarcamenti di rifinitura, aumentano gli inserimenti delle mezzali. Tradotto: per la Fiorentina diventa cruciale schermare la “zona 14” e difendere in avanti sulle prime uscite polacche, evitando che i polacchi costruiscano conduzioni centrali in campo aperto.

– Precedenti europei e percorso recente La scorsa stagione continentale del Jagiellonia è stata sorprendente, spingendosi fino ai quarti nel vecchio format e ripresentandosi ora nella League Phase con dignità competitiva. L’ultimo turno si è chiuso con uno 0-0 prezioso ad Alkmaar che ha consolidato il piazzamento nei playoff.

  1. Pro e contro per la Fiorentina
  2. Pro: l’assenza per squalifica di Pululu; possibilità di “governare” l’andata con gestione palla e pressione preventiva; differenziale tecnico nei cambi.
  3. Contro: elasticità tattica polacca, densità centrale e capacità di soffrire; Imaz è un finalizzatore nascosto, punisce gli errori tra le linee.

Opzione 2: Omonia Nicosia, il fascino dell’amarcord con Jovetić

L’Omonia è un’altra storia: piazza calda, GSP Stadium bollente e un volto amico-rivali che a Firenze non ha bisogno di biglietto da visita, Stevan Jovetić. Il montenegrino, ex idolo del Franchi, si è rimesso in gioco a Nicosia firmando con il club biancoverde: un colpo di nome, di carisma e di tecnica in una squadra che attorno ha costruito una struttura fatta di corsa e aggressività. Nell’autunno europeo, l’Omonia ha alternato cadute (come lo 0-1 casalingo con il Mainz) a squilli preziosi, tipo il 2-0 al Dynamo Kyiv. Piazza umorale, ma mai innocua.

  1. Identikit tecnico
  2. Allenatore: profilo pratico, 3-4-3 o 4-2-3-1 a seconda del rivale; ricerca dell’ampiezza e di cross tesi per gli attaccanti.
  3. Uomini chiave: Stevan Jovetić (qualità tra le linee e leadership, esperienza internazionale), Willy Semedo (strappo e 1vs1), un centravanti di peso a rotazione tra Mariusz Stępiński e Ryan Mmaee; in regia, ordine e pulizia con Carel Eiting.
  4. Stato di forma e contesto: campionato domestico altalenante, ma nelle notti europee il fattore ambiente riduce il gap tecnico. Il GSP può diventare un piccolo catino, specie contro avversarie blasonate.

– L’elemento emotivo: Jovetić La figura di Jovetić è più di un dettaglio: per la Fiorentina è l’eco di anni intensi e di un talento capace di accendere una partita con una giocata. Se integro, Jo-Jo resta un match-winner. La sua firma con l’Omonia ha riportato entusiasmo e curiosità attorno al progetto. Per i difensori viola, la sfida è impedire che riceva tra le linee con campo frontale.

  1. Pro e contro per la Fiorentina
  2. Pro: superiorità tecnica complessiva e profondità di rosa; l’Omonia concede nelle transizioni difensive e soffre sulle palle inattive.
  3. Contro: viaggio lungo, clima e ambiente ostile; serate in cui Jovetić e gli esterni ciprioti trasformano l’inerzia del match.

Tempi, regole, dettagli: cosa c’è da sapere sullo spareggio

  1. Il sorteggio si svolgerà il 16 gennaio 2026 a Nyon: le squadre dalla alla 16ª posizione sono “teste di serie” e, in linea di principio, giocano il ritorno in casa. La Fiorentina, 15ª, affronterà dunque una tra le 17ª e 18ª (qui entrano Jagiellonia e Omonia).
  2. Le date dei playoff sono fissate per giovedì 19 e giovedì 26 febbraio 2026. La conferma di calendario e orari arriverà dopo il sorteggio, considerando eventuali inversioni per conflitti di città/stadio.
  3. La League Phase ha definito i piazzamenti il 18 dicembre. La Fiorentina ha chiuso 15ª, mentre lo Jagiellonia si è piazzato in zona 17ª, condannando i polacchi allo spareggio e perdendo per strada Pululu per il rosso rimediato ad Alkmaar. L’Omonia, complice il colpo sul Dynamo Kyiv, è rimasta nella fascia 17-18.

Come ci arriva la Fiorentina: punti fermi, lezioni recenti, strada davanti

Se il finale del 2024/25 aveva raccontato una Fiorentina capace di arrivare fino alla semifinale—uscendo solo ai supplementari contro il Real Betis—l’autunno di questa stagione è stato a strappi, con punte di qualità alternate a passaggi a vuoto nelle trasferte. Eppure l’ossatura rimane riconoscibile: un possesso organizzato, tante rotazioni tra le mezzali, ampiezza assicurata dagli esterni e un pacchetto offensivo che, quando trova ritmo, produce. L’esperienza europea recente è un capitale da spendere.

  1. Punti chiave per lo spareggio
  2. Pressione preventiva e riaggressione: contro Jagiellonia e Omonia, entrambi pericolosi in campo lungo, la gestione delle seconde palle è il vero spartiacque.
  3. Palle inattive: i polacchi hanno fisico ma perdono molto senza Pululu; i ciprioti sono vulnerabili sulle marcature a zona. Curare le esecuzioni, specie al Franchi, può valere mezza qualificazione.
  4. Rotazioni e minutaggi: febbraio è densissimo; evitare la trappola di “giovedì–domenica” richiede una distribuzione oculata dei minuti, soprattutto sugli uomini cardine.
  5. Dove colpire
  6. Contro lo Jagiellonia, attaccare il mezzo spazio sinistro con un trequartista che fissi il mediano e liberi la corsa dell’esterno. Senza Pululu, i polacchi stringono il blocco: conviene la circolazione rapida e l’imbucata sul corto per smuovere le linee.
  7. Contro l’Omonia, alternare gioco interno a cambi di fronte rapidi: i biancoverdi soffrono quando vengono “aperti” lateralmente e costretti a scivolare per 60–70 metri. Attenzione, però, alle ripartenze con Semedo e all’intelligenza di Jovetić tra le linee.

Dettagli che fanno la differenza

Viaggi, clima, gestione energie

  1. Białystok è una trasferta lunga e fredda in febbraio: campo pesante, temperature rigide, palla che “non corre”. Serve una guida gara pragmatica, pochi fronzoli e tanta pulizia tecnica.
  2. Nicosia, al contrario, propone clima più mite ma ambiente caldo: scelte tattiche orientate al controllo emotivo della gara e all’abbassamento dei picchi di ritmo avversari.

Chi decide le partite

  1. Per lo Jagiellonia, l’uomo copertina diventa Jesús Imaz: movimenti tra le linee, finalizzazione asciutta, freddezza. Sopra tutto, la lettura dell’ultimo passaggio.
  2. Per l’Omonia, il “fattore X” resta Stevan Jovetić: classe, colpo estemporaneo, gestione dei tempi. Anche pochi minuti possono cambiare un doppio confronto.
  3. In casa Fiorentina, pesano i leader tecnici e caratteriali: qualità tra le linee, gestione dei momenti “sporchi” e—banale solo in apparenza—precisione al tiro nelle notti in cui si crea meno.

La memoria recente come bussola

Il viaggio europeo viola degli ultimi anni dice che la squadra sa leggere i due tempi dei confronti a eliminazione: una prima partita per prendere misure e creare vantaggi strategici, un ritorno in cui convertire. Nel 2025, la Viola ha eliminato il Celje con una gestione nervosa ma efficace e si è arresa al Betis solo ai supplementari, in una semifinale da fil di lama. Quel bagaglio serve adesso, quando la stagione chiede concretezza.

Che tipo di sorteggio conviene alla Fiorentina?

  1. Jagiellonia: incrocio “tattico” e di resistenza. Senza Pululu, cala la pressione in area ma aumenta la necessità di disciplina posizionale: guai ad allungare la squadra. Gara da “adultì”: niente regali, punire gli episodi.
  2. Omonia: incrocio “emotivo” e di gestione. Serve spegnere subito il fattore ambiente e isolare Jovetić dal resto del sistema offensivo. La superiorità tecnica può e deve emergere sulla lunga durata del doppio confronto.

La verità, come spesso accade, è che entrambe nascondono insidie e promesse. Se cerca lo step di maturità, la Fiorentina deve alzare l’asticella delle prestazioni esterne e ritrovare la continuità dei suoi uomini-chiave. La calendarizzazione aiuta: con il ritorno al Franchi il 26 febbraio, c’è la possibilità di indirizzare la qualificazione già all’andata, per poi consolidarla “a casa”. Ma il margine d’errore è zero: febbraio, in Conference, fa selezione naturale.