la vertenza
Anche gli ex Keller sperano negli aumenti: «Dimenticati perché pochi?»
Come i Pip, i lavoratori sono stati assunti nella Sas e chiedono il passaggio al tempo pieno
«Forse, la loro unica colpa è di essere troppo pochi», dice il sindacalista del Cobas-Codir, Michele D'Amico. In effetti, i precari “Ex Keller” sono appena 37. Così pochi, lascia intendere, da non meritare le attenzioni della politica o da essere considerati un problema risolvibile con facilità, alla prima occasione. «Sì, ma se non ora, quando?», insiste D'Amico.
Questo drappello è composto veri e propri colleghi degli ex Pip. Attorno a questi ultimi, si sta combattendo una battaglia politica a suon di riunioni e stanziamenti in finanziaria. «Ma gli ex Keller sono stati dimenticati». Anche loro sono stati assunti in Sas, proprio come gli ex Pip, e anche loro sono in regime di part-time. Un part-time più solido, visto che gli ex Keller lavorano 26 ore e mezza alla settimana, al contrario degli ex Pip impiegati per un massimo di 20 ore, ma presto destinatari di un aumento fino a 24 ore settimanali, annunciato dal presidente della Regione Renato Schifani, al termine di un confronto anche con una delegazione di lavoratori.
Incontro a cui è seguita una nota di Palazzo d'Orleans che parlava di «primo passo» verso l'approdo graduale all'orario ordinario. «Ma in quella nota – fa notare il sindacalista – non c'è nemmeno un riferimento ai 37 ex Keller». Una sottolineatura che ovviamente ricalca un comunicato del sindacato, a poche ore dall'annuncio di Schifani: «Dal governo – ha fatto sapere il Cobas-Codir - ci aspettiamo risposte più concrete e risolutive che non possono che concretizzarsi in una norma che garantisca un contratto a tempo pieno per l’intera platea di tutto il personale part time in servizio presso Sas, anche del personale ex Keller dimenticato e non menzionato dallo stesso governatore nel comunicato pubblicato dagli organi di informazione».
Eppure, le due vertenze hanno un peso finanziario, completamente diverso, data la grande differenza numerica delle due categorie. Oggi, gli ex Keller costano poco più di un milione di euro l'anno, a carico di Sas, per uno stipendio medio di circa 1.270 euro ciascuno. Il passaggio al tempo pieno, comporterebbe una spesa di poco inferiore a 350 mila euro annui, a fronte dei quasi 30 milioni per portare a 36 ore settimanali l'orario degli ex Pip e porterebbe lo stipendio dei 37 lavoratori a poco più di 1,700 euro mensili.
«Questi lavoratori hanno iniziato il loro iter insieme agli ex Pip – ricorda la deputata di Noi Moderati, Marianna Caronia – farò di tutto perché anche loro rientrino nell'aumento orario». I lavoratori provengono da un bacino nato dopo il fallimento, una decina di anni fa, dell'azienda Keller di Carini che lavorava per Ferrovie dello Stato. Un fallimento che portò al licenziamento di circa 200 persone. Da lì, l'inizio di una lunga lotta per il reintegro e per il posto di lavoro. Fino alla prima svolta, arrivata con l'assunzione dei 37 in Sas, la società multiservizi che ha come socio quasi unico la Regione, guidata dal cuffariano Mauro Pantò. Per loro, al momento, nessun “aumento orario” sotto l'albero. «Sono in pochi, per questo, forse, sono stati dimenticati».