Si è spento oggi, nel giorno del suo settantasettesimo compleanno, Giuseppe Adolfo De Cecco, per tutti “Don Beppe”, figura centrale di uno dei pastifici più noti d’Italia e del mondo e protagonista anche nel panorama sportivo, dove guidò il Pescara fino all’Olimpo della Serie A. L’imprenditore è morto dopo una lunga malattia, affrontata “con il suo spirito indomito”. In segno di lutto, il gruppo De Cecco ha disposto la sospensione di ogni attività da oggi e per l’intera giornata di domani.
Fratello dell’attuale presidente del gruppo, Filippo Antonio, e nipote diretto del fondatore, De Cecco ha ricoperto per oltre trent’anni ruoli apicali nella Molino e Pastificio De Cecco, prima come amministratore e poi come presidente, accompagnando con competenza le strategie di crescita, consolidamento e innovazione dell’impresa. “È stato uomo capace di collegare passato e futuro, tradizione e apertura internazionale”, sottolinea l’azienda.
Tra gli anni Settanta e Ottanta contribuì a rafforzare il patto sociale della città, distinguendosi per la capacità di intrecciare relazioni tra mondo produttivo, istituzioni e società civile. Assidua la sua presenza in iniziative culturali, sportive e filantropiche, specie dopo il matrimonio con Maria Franca.
Dal loro legame è nato un figlio, Adolfo Maria, oggi a sua volta amministratore del pastificio di famiglia e imprenditore nel settore agroalimentare.
Nel 2009, alla guida di una cordata di imprenditori locali insieme a Deborah Caldora, rifondò il Pescara Calcio, allora fallito. Due anni più tardi, nella stagione 2011-2012, arrivò la tanto agognata – e inattesa – promozione in Serie A, a diciannove anni dall’ultima apparizione. Fu De Cecco a volere in panchina Zdenek Zeman, tecnico diventato idolo della tifoseria biancazzurra, capace di far decollare talenti come Marco Verratti e Lorenzo Insigne. “Grazie alla sua iniziativa il Pescara Calcio seppe rialzarsi in uno dei momenti più bui della propria storia – scrive la società –. La tifoseria biancazzurra lo ricorderà sempre con affetto e gratitudine”.
Numerosi i messaggi di cordoglio dal mondo politico e imprenditoriale. Il ministro Adolfo Urso lo ricorda come un “protagonista indiscusso del settore agroalimentare e una colonna del nostro Made in Italy”, mentre il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ne sottolinea “il suo impegno e la sua visione”, qualità che hanno “contribuito alla vitalità del settore della pasta, uno dei più iconici e riconosciuti dell’agroalimentare italiano”. Vicinanza anche dalle istituzioni locali, dal sindaco di Pescara Carlo Masci al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Unanime il ricordo dell’impegno e della professionalità di chi ha contribuito a rendere l’Abruzzo ancora più grande nel mondo.