×

convegno a Catania

Donne tra islam e cristianesimo: dignità pari, veli liberi e rivoluzioni divine

Da Maometto a Gesù, passando per vergini consacrate e imprenditrici profetiche: stereotipi sfatati in un dialogo catanese tra fedi

Enza Barbagallo

12 Dicembre 2025, 18:36

18:37

Donne tra Islam e cristianesimo: dignità pari, veli liberi e rivoluzioni divine

Riuscitissima per interventi e contenuti, nonché per l'interesse suscitato, la tavola rotonda sul tema “La donna tra Islam e cristianesimo: opinioni a confronto”, promossa dall’Osservatorio cattolico Centro studi Jacques Maritain e dal Centro Emiro Abdelkader per la ricerca, gli studi strategici e il dialogo mediterraneo. L’evento si è svolto a Catania, presso la Biblioteca carmelitana “Padre Egidio Lo Giudice”. Moderatore l’avv. Andrea Ventimiglia, presidente della Caritas carmelitana italiana, che ha introdotto questo momento di confronto interreligioso e culturale. L’avv. Cettina Coco, dirigente del Centro Maritain di Zafferana Etnea, ha presentato le relatrici.

Prima a intervenire la dott.ssa Yasmin Doghri, ricercatrice in studi socioeconomici presso l’Università di Milano, che ha sfatato luoghi comuni e stereotipi sull’Islam. “La donna nell’Islam ha pari dignità rispetto all’uomo, con pari obblighi e responsabilità; non è costretta a pregare o digiunare; il velo non è un obbligo, ma libera espressione di sé. Prima dell'Islam le bambine venivano sepolte vive, con Maometto la femmina è valorizzata”. Ha delineato tre aspetti chiave – figlia, madre e moglie – sottolineando che dopo il matrimonio mantiene una personalità giuridica autonoma, può chiedere il divorzio, ha diritto di proprietà, eredità, istruzione e accesso al lavoro e alla società. Esempi di donne musulmane di successo: Khadija, prima moglie del profeta Muhammad, era imprenditrice; Fatima ha fondato l’università più antica del mondo.

Poi l’intervento dell’avv. Rossana Interlandi, consacrata all’Ordo Virginum e political advisor al Parlamento europeo, che ha illustrato “la più antica forma di consacrazione femminile, con rito officiato dal vescovo che consegnava alle spose di Cristo una fede, il velo e i Vangeli. Congelato per otto secoli, è stato rispolverato dal rinnovamento del Concilio Vaticano II”. Ha precisato che risale alle donne della sequela Christi, come Maria di Magdala, tra le prime testimoni della resurrezione, che portò il messaggio agli apostoli rompendo le convenzioni. Gesù fu rivoluzionario: non discriminò le donne, le accolse come discepole, propugnò uguaglianza e inclusione, guarì le loro sofferenze, respinse le regole di purità ebraica che le confinavano tra le mura domestiche, subordinate agli uomini, senza istruzione o partecipazione pubblica.

L’avv. Interlandi ha tratteggiato la figura di Maria, protagonista del ministero di salvezza in piena libertà, e ha citato le martiri Agata, Lucia, Agnese e Cecilia, immolate per il loro credo. Ha chiuso con il concetto di “genialità della donna”, da Giovanni Paolo II a Francesco.

A concludere l’Imam Kheit Abdelhafid, presidente del Centro Emiro Abdelkader, che ha visto nell’incontro “un’occasione di conoscenza reciproca per la pace e la fraternità al femminile, per dare speranza a cristiani e musulmani in cammino verso l’unità, costruendo una cultura dell’incontro e una civiltà globale dell’alleanza”. Interventi a cura della dott.ssa Sarita Gioffrè e dello scrittore Giovanni Palumbo.

Grande soddisfazione per l’avv. Ventimiglia: “In un momento di grave crisi di valori e cultura – che da due decenni caratterizza la società, con i partiti che hanno smarrito la funzione di coinvolgimento delle basi – l’azione sussidiaria, autonoma e libera di associazioni come la nostra è indispensabile per dare voce alle esigenze della comunità locale”.