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la storia

E' morto Piero Melandri, l'uomo al quale Guccini dedicò la "Canzone"

Aveva 96 anni, la storia di un brano che è rimasto nella memoria degli italiani

Fabio Russello

27 Ottobre 2025, 10:05

10:06

E' morto Piero Melandri, l'uomo al quale Guccini dedicò la "Canzone"

Si è spento a 86 anni Piero Melandri, l’uomo reale che si celava dietro il titolo originario “Canzone per Piero”, poi trasformato semplicemente in “Canzone”. Per mezzo secolo in molti hanno intonato quel brano senza sapere che a ispirarlo era un’amicizia concreta, quella con Francesco Guccini, che gli dedicò una delle sue pagine più intense nell’album “Stanze di vita quotidiana”, il sesto del cantautore emiliano.

Melandri era il “mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo, venticinque anni son tanti e diciamo un po’ retorici che sembra ieri” evocato nei versi del maestro. Guccini e Melandri si incontrarono bambini, nell’estate del 1948 a Pavana, sull’Appennino tosco-emiliano. Avevano nove anni e non si persero più. Il primo sarebbe diventato un protagonista della canzone d’autore, il secondo un impiegato di banca; il legame, però, rimase saldo: lunghe escursioni tra i monti, discussioni di filosofia e letteratura, serate all’Osteria delle Dame di Bologna, di cui Melandri fu anche il primo presidente.

“Quando erano insieme – ha raccontato la moglie Luisa Melandri a ‘Repubblica’, che ha dato la notizia della scomparsa – era difficile riuscire a penetrare quella complicità cementata da lunghissime camminate, anche sulla Via degli Dei. Si capivano senza bisogno di parlare. Piero era un uomo pensoso, riflessivo, passava gran parte del tempo sui suoi libri: filosofia e letteratura austro-ungarica, Platone e Joseph Roth”.

Nel 1973 Guccini scrisse per l’amico un brano che presto travalicò il ritratto individuale. “Io dico sempre non voglio capire, ma è come un vizio sottile e più penso più mi ritrovo questo vuoto immenso”, recitano alcuni dei versi più celebri. In quelle parole si depositano l’amicizia, lo scorrere del tempo, la fatica di dare un senso alle cose. Forse anche per questo il cantautore scelse di togliere il nome dell’amico dal titolo: da “Canzone per Piero” a “Canzone”, trasformando una vicenda privata in un racconto universale.

Negli ultimi anni Melandri aveva ricevuto la visita del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, un incontro reso possibile da Francesco Guccini, ha spiegato la moglie a “Repubblica”: una conversazione pacata, nata anche da quella domanda che attraversa il brano, “Esiste Dio?”. “Mio marito una porta l’ha sempre lasciata aperta”, ha aggiunto. Schivo e meditativo, appassionato di filosofia e di letteratura, Melandri rimase fino all’ultimo una presenza discreta e centrale nella vita di Guccini. “Per il nostro matrimonio – ha ricordato ancora la moglie – Francesco, che era testimone, prese la chitarra e cantò la ‘Canzone per Piero’. L’ha rifatta anche nel suo ultimo concerto, aggiornando il verso: non erano più venticinque, ma sessantasette anni d’amicizia”.