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Tra lava e segreti il giallo di Catania in “Delitti in città”

Nel nuovo “Giallo Mondadori Big”, Maria Elisa Aloisi firma un racconto di femminicidio e di passione ambientato tra i vicoli e la luce tagliente della città etnea

Redazione La Sicilia

12 Ottobre 2025, 08:05

Tra lava e segreti il giallo di Catania in “Delitti in città”

Avete mai compulsato la «Teoria dei colori» di Goethe? Quest’opera, datata 1808, non ha perduto nulla della sua persistente vivacità. In essa si invita il lettore a classificare «giallo, azzurro e rosso come colori compiuti».

Non siete interessati alle annotazioni “specialistiche” del più grande intellettuale europeo del secondo Settecento? Non potete scansare quanto risulta dalla conclusione dell’opera: «il colore si presta all’impiego anche per determinati scopi sensibili, morali, estetici».

Il grimaldello interpretativo, consegnatoci dall’autore del «Faust» oltre due secoli addietro, scardina ogni residuo pregiudizio sul “Giallo”. Questo colore designa, soprattutto in Italia, quel genere narrativo imperniato sullo sviluppo di trame misteriose e gesta criminali, risolte con i metodi dell’indagine poliziesca. Nell’immaginario legato alla cultura popolare tricolore, il colore giallo è stato, ormai da tempo, distaccato dal Taxi e dal mondo dei suoi guidatori, che tante risate ha donato agli ammiratori di Alberto Sordi e Renato Pozzetto. In un continuum che annovera oltre 3250 uscite, protraentesi dal 1929 ai giorni nostri, è approdato, in edicola e in libreria, l’ultimo volume della serie “il Giallo Mondadori BIG”, intitolato “Delitti in città” (Mondadori, Milano 2025, pp. 408, Euro 9,90).

“Dieci autori. Dieci delitti. Dieci città in cui avvengono i delitti. Otto italiane. Due straniere”. La prefazione, vergata dal giallista Francesco Forte, non poteva essere più esaustiva. La giallista Maria Eloisa Aloisi apre le danze con un racconto ambientato a Catania e incentrato su un caso di femminicidio. Giorgio Ballario lascia rilucere la sua Torino, misteriosa e oscura, senza mai precludere il riscatto morale dei protagonisti.

Se la brulicante città di Valencia, un poble brulicante di «storie assurde», fa da scenario al racconto di Paolo Bernetti, la medievale Ravenna ospita la narrazione di Elisa Bertini. La penna di Wladimiro Borchi ci porta a Firenze, nel rimpianto per i tempi in cui «le partite servivano a regolare vecchi conti tra i calcianti». Matteo Guerrini attinge al rosso del Sol Levante per redigere il suo racconto, ambientato a Tokyo. Enrico Luceri ci riporta nel cuore della nostra Nazione, a Roma, facendo rivivere i brividi dei Mondiali di Calcio, giocati nel 1990. Fabio Mundadori ci porta nella “grassa” Bologna, alle prese con un cadavere, risalente al 1984. Dove volete essere trasportati, con la fantasia, da Ciro Sabatino? A Napoli, ovviamente, sulla musica di Ray Charles al retrogusto di una tazzulella di caffè! Il libro giallo a cornice urbana si chiude con un delitto consumato a Milano.

L’autrice, al secolo Elena Salem, ci trascina al “Bosco verticale” iconico edificio milanese, quando «vivere lì non era cosa che riguardasse i comuni mortali». Al termine dell’agevole lettura di questo “balenottero”, si rimane pervasi da un senso di soddisfazione. Dopo decenni di trasferimenti “forzati” verso le lande d’Oltreoceano con Chandler o nei territori d’Oltralpe con Simenon, il Belpaese ridiventa lo scenario privilegiato per imbastire racconti affascinanti e seriamente credibili in virtù delle conoscenze tecniche dimostrate, sia ambito processuale, sia in ambito investigativo. Quante differenze da quel sapore di periferia, uniformata e uniformante, tangibile nei gialli dei tanti “Camilleri”, avvicendatisi alla macchina da scrivere nelle ultime tre decadi!

Per parafrasare le sagge intuizioni di Leonardo Sciascia, la lettura di questi racconti non lascia alcuna nostalgia per la «Fine del carabiniere a cavallo». Meglio così: la narrativa a tinte gialle, ambientata anche in Sicilia, non si ferma solo a Vigata.

Dedicato ad Agatha, «che vedi caso è anche la patrona di Catania». L’Avvocato Maria Elisa Aloisi, è l’autrice del primo racconto che apre «Delitti in città», ambientato a Catania, intitolato «Odi et Amo».

Avvocato Aloisi, potrebbe riassumere, a beneficio dei lettori, di quali parti e tematiche dovrebbe constare un giallo di ambientazione siciliana?

«Personaggi che parlano non solo con le parole ma con gesti, vicoli che custodiscono misteri più fitti delle reti da pesca e colpi di scena che scoppiano all’improvviso, come l’Etna.

Potrebbe citare tre scrittrici e/o scrittori che hanno formato il Suo profilo da scrittrice di Gialli?

«Agatha Christie, perché mi ha insegnato che il delitto perfetto può nascondersi dietro la più innocente tazza di tè. Georges Simenon, perché con Maigret ha mostrato che il vero mistero spesso è l’animo umano. Andrea Camilleri, perché ha dimostrato che il giallo, se condito con la lingua e i profumi di casa, diventa irresistibile».

Quali suggerimenti può fornire la scrittrice Maria Elisa Aloisi a un giovane che voglia diventare scrittore di Gialli?

«Leggere, scrivere e non temere di imbarcarsi in trame ingarbugliate: è così che si impara a districare i nodi».