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L'inchiesta

Cimitero di Aci Catena: tra gli indagati anche la sindaca Ferro

La prima cittadina Margherita Ferro, il suo vice Andrea Licciardello e l’ex assessore Pippo Sciacca sono stati raggiunti da avvisi di garanzia: le accuse sono vilipendio di cadavere, gestione rifiuti non autorizzati e omissione di lavori

12 Dicembre 2025, 19:14

Cimitero di Aci Catena: tra gli indagati anche la sindaca Ferro

Ci sono anche il sindaco di Aci Catena, Margherita Ferro, il suo vice con delega al Cimitero, Andrea Licciardello, e l’ex assessore ai Servizi cimiteriali, Pippo Sciacca, tra gli indagati per lo scempio al camposanto cittadino, svelato dai carabinieri del Comando Compagnia di Acireale, nell’inchiesta coordinata dalla Procura etnea.

Il giudice, Agata Santonocito, ha firmato le informazioni di garanzia che sono state notificate anche all’ex direttore del cimitero, Alfio Gulisano, a cui si aggiungono i provvedimenti già recapitati, all’attuale direttore, Alfio Di Grazia, e al responsabile dell’Area tecnica del Comune, ing. Alfio Grassi. Le ipotesi accusatorie, a vario titolo, sono di “vilipendio di cadavere, gestione dei rifiuti cimiteriali non autorizzati e omissione di lavori in edifici che minacciano rovina”.

Al vaglio degli inquirenti la posizione di altri soggetti che avrebbero avuto un ruolo nella gestione delle sepolture, in cui emergerebbe il coinvolgimento di esponenti istituzionali compiacenti che avrebbero favorito l’ingresso di persone non autorizzate incaricate di effettuare le tumulazioni, in cambio di denaro e voti.

Il blitz del Comando Compagnia dei carabinieri di Acireale e le successive ispezioni hanno fatto emergere una condizione di degrado diffuso, con il ritrovamento di teschi e materiale organico ammassati nell’Ossario, di cui è stato accertato, tramite verifiche strumentali, il rilascio di gas potenzialmente dannoso, mentre in un’area chiusa al pubblico è stata scoperta la presenza di bare, casse in zinco, lembi di abiti e altri paramenti funebri depositati sulla nuda terra, con possibile rilascio di percolato e conseguente inquinamento delle falde acquifere.

Su questo aspetto gli esperti dell’Arpa di Catania hanno richiesto il carotaggio dei terreni per una verifica più approfondita. Riscontrati inoltre diffusi cedimenti strutturali nei loculi sotterranei del cappellone centrale e irregolarità nella sepoltura delle salme, con sversamento di fluidi corporali e presenza di vermi dalle bare dai loculi comunali di recente costruzione.

Le successive ispezioni disposte dall’Unità di igiene ambientale dell’Asp e dai tecnici dei vigili del fuoco, hanno rilevato il diffuso stato di degrado igienico-sanitario e strutturale e il conseguente sequestro delle aree interessate. Da ulteriori verifiche investigative sarebbero emersi altre gravi criticità, come l’assenza del registro dello smaltimento degli inerti cimiteriali, cui si aggiunge la mancata catalogazione obbligatoria dei resti rinvenuti nella fossa comune, di cui non si trova l’inventario.

Fissati per il prossimo 18 dicembre ulteriori accertamenti tecnici non ripetibili, con facoltà delle parti di poter nominare propri consulenti. L’inchiesta è solo all’inizio e non si esclude possa far emergere un quadro ancora più allarmante, rispetto a quello sin qui riscontrato e contestato.