Il blitz
Operazione “Ghenos”, traffico di reperti reperti archeologici, eseguite 45 misure
Una vasta operazione coordinata dalla Procura distrettuale di Catania e condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo ha colpito una presunta rete di scavi clandestini e traffico internazionale di beni archeologici.
Una vasta operazione coordinata dalla Procura distrettuale di Catania e condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo ha colpito una presunta rete di scavi clandestini e traffico internazionale di beni archeologici. Su delega della Procura, i militari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Gip etneo nei confronti di 45 indagati, ritenuti – con presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva – gravemente indiziati, a vario titolo, di una serie di reati che spaziano dall’associazione per delinquere alla violazione in materia di ricerche archeologiche, dall’impossessamento illecito di beni culturali dello Stato al furto, dalla ricettazione all’autoriciclaggio, fino alla falsificazione e contraffazione di opere d’arte, nonché all’uscita ed esportazione illecita di beni culturali.
Secondo l’impostazione accusatoria, le persone coinvolte sarebbero state organizzate in più associazioni a delinquere radicate tra le province di Catania e Siracusa, con una presunta attività sistematica di scavi clandestini in numerosi siti di interesse archeologico riconosciuti dalla normativa regionale e nazionale, distribuiti sull’intero territorio siciliano e, in parte, in Calabria.
Il quadro cautelare: 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 14 arresti domiciliari, 17 obblighi di dimora (di cui 8 con permanenza notturna), 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria (di cui 2 notificati all’estero), 1 sospensione dell’esercizio d’impresa a carico del titolare di una casa d’aste
All’esecuzione hanno contribuito il Comando provinciale dei Carabinieri di Catania, il 12° Nucleo Elicotteri, lo Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia” e reparti territoriali di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Enna, oltre a unità di Roma, Firenze, Ravenna e Ferrara, con estensioni operative nel Regno Unito e in Germania.
Sequestri: 10 mila reperti, 7 mila monete e una “zecca clandestina”
L’indagine – avviata nel 2021 dopo la denuncia del Parco Archeologico di Agrigento per ripetuti scavi clandestini ad Eraclea Minoa (Cattolica Eraclea) – ha portato al sequestro e al recupero di circa 10 mila reperti, fra cui spiccano circa 7 mila monete antiche di conio raro, perlopiù emesse in età greca in Magna Grecia e in Sicilia. Tra le zecche citate: Heraclea, Reggio, Selinunte, Katane, Siracusa, Panormos e Gela; presenti anche produzioni minori della cuspide nord-orientale dell’isola (Calactae, Alaesa Archonidea, Alontion, Tyndaris). Secondo il vaglio di esperti numismatici, molti esemplari risultano in eccellente stato di conservazione e di elevato interesse storico e scientifico.
Recuperati inoltre bronzi reggini e della Sicilia orientale (Menaion, Alaisa Archonidea, Kalacte, Mamertini), un raro esemplare della zecca di Alykiai e due di Iaitas (Monte Jato), frazioni numismatiche di Ziz-Panormos e litre provenienti da Morgantina ed Herbessos. Tra i pezzi segnalati una rara emissione in bronzo di forma piramidale di Akragas, databile alla metà del V secolo a.C.
Nel novembre scorso, perquisizioni nell’area catanese hanno portato alla scoperta di un laboratorio ritenuto una vera e propria zecca clandestina, attrezzato per la riproduzione di manufatti in ceramica e la contraffazione di monete, con stampi, conii, strumenti di colatura, bilancini e rame allo stato puro. Tra le migliaia di beni sequestrati figurano anche crateri integri a figure nere e rosse, fibule protostoriche, anelli in bronzo, pesi, aes in bronzo con globetti, fibbie, punte di freccia e un askos di tipo buccheroide.
Contestualmente sono stati sequestrati circa 60 strumenti per la ricerca di metalli, compresi metal detector di elevata tecnologia, e vari arnesi per gli scavi clandestini. Il valore economico complessivo dei beni recuperati è stimato prossimo a 17 milioni di euro.
Arresti in flagranza e ramificazioni all’estero
Nel corso di cinque distinti riscontri sul campo, sono stati arrestati in flagranza sei indagati: cinque sarebbero stati sorpresi nel 2022 durante uno scavo clandestino nel sito archeologico di Baucina. In altre due circostanze, tre persone sono state bloccate mentre tentavano l’esportazione illegale di reperti; con la collaborazione della polizia tedesca sono state sequestrate numerose monete a Düsseldorf. Le attività hanno fatto ricorso a servizi dinamici, analisi di traffico telefonico e telematico, videoriprese in luoghi di incontro, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, fino a esecuzioni in Germania tramite Ordine Europeo di Indagine, documentando – secondo l’accusa – la proiezione internazionale del presunto traffico verso case d’asta straniere.
La “filiera” ipotizzata dagli inquirenti
Dagli elementi indiziari raccolti, la Procura delinea una struttura su più livelli: alla base squadre di “tombaroli” specializzati in scavi clandestini con l’uso di metal detector, “branda”, georadar e strumenti manuali come “spillone” e “appetta”, operativi in numerosi siti tra Sicilia e Calabria; a valle una rete di ricettatori locali e, più in alto, soggetti ritenuti attivi nel mercato illecito internazionale dell’arte, fino al coinvolgimento di una casa d’aste per la quale è stata disposta la sospensione dell’attività.
Gli indagati restano presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva. Le indagini proseguono per l’ulteriore analisi del materiale sequestrato e la completa ricostruzione delle responsabilità lungo l’intera catena del traffico.
I nomi
Filippo Asero (Misura: In carcere) - Vincenzo Boccadifuoco (Misura: In carcere) - Salvatore Camonita (Misura: In carcere) - Giuseppe Esposito (Misura: In carcere) - Leandro Insolia (Misura: In carcere) - Michele Consolato Nicotra (Misura: In carcere) - Gianfranco Paterno’ (Misura: In carcere) - Simone Adriano Pretin (Misura: In carcere) - Santo Sambataro (Misura: In carcere) - Salvatore Bonaventura (Misura: Arresti domiciliari) - Giuseppe Di Mauro (Misura: Arresti domiciliari) - Salvatore Cavallaro (Misura: Arresti domiciliari) - Fortunata Di Dio (Misura: Arresti domiciliari) - Domenico Faranda (Misura: Arresti domiciliari) - Gaetano Faranda (Misura: Arresti domiciliari) - Enrico Lo Verde (Misura: Arresti domiciliari) - Settimo Carmelo Minnella (Misura: Arresti domiciliari) - Sergiu Ionica Pop (Misura: Arresti domiciliari) - Vito Stancanelli (Misura: Arresti domiciliari) - Giuseppe Strano (Misura: Arresti domiciliari) - Pietro Tomasello (Misura: Arresti domiciliari) - Salvatore Tomasello (classe 1957) (Misura: Arresti domiciliari) - Filadelfio Calvagna (Misura: Arresti domiciliari) - Giovanni Castro (Misura: Arresti domiciliari) - Massimiliano Insolia (Misura: Arresti domiciliari) - Adriano Nicotra (Misura: Arresti domiciliari) - Salvatore Palumbo (Misura: Arresti domiciliari) - Giuseppe Pezzino (Misura: Arresti domiciliari) - Giuseppe Rapisarda (Misura: Arresti domiciliari) - Francesco Salvia (Misura: Arresti domiciliari) - Giuseppe Buceti (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Benedetto Chiara (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Giuseppe Salvatore Insinga (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Massimo Lucca (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Nicolo’ Petronio (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Antonio Portale (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Antonino Francesco Rotondo (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Salvatore Tomasello (classe 1967) (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Giuseppe Sebastian Viola (Misura: Obbligo di dimora semplice nel comune di residenza) - Salvatore Romano Benfatto (Misura: Obbligo di presentazione alla P.G.) - Alfio Emmanuele (Misura: Obbligo di presentazione alla P.G.) - Giuseppe Bertolami (Misura: Sospensione dall’esercizio di imprese per 1 anno)