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Eccellenze

Da Pantelleria alle Colline del Prosecco più turisti e più occupazione nei siti Unesco

E ora si attende Il verdetto del 10 dicembre sulla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale

Carmela Marino

07 Dicembre 2025, 13:35

Da Pantelleria alle Colline del Prosecco più turisti e più occupazione nei siti Unesco

Più turisti, più pernottamenti e più occupazione: i luoghi e le pratiche che ottengono il riconoscimento UNESCO generano un impatto economico più marcato rispetto a realtà analoghe prive del marchio. Lo confermano i primi risultati dello studio interdisciplinare “Impatto economico dei riconoscimenti UNESCO”, avviato nel 2023 dalla Cattedra UNESCO dell’Università Unitelma Sapienza di Roma e diretta da Pier Luigi Petrillo, professore di Cultural Heritage and Food alla Luiss Guido Carli.

“Analizzando dati connessi al turismo, alle produzioni locali, alla forza lavoro globale – spiega Petrillo, anche curatore del dossier sulla cucina italiana – emerge come i luoghi e le tradizioni agroalimentari che hanno un riconoscimento UNESCO siano più attrattivi e più produttivi rispetto a luoghi simili privi del riconoscimento”, dichiara all’ANSA.

Il verdetto sulla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale è atteso il 10 dicembre, durante la sessione del Comitato che si apre l’8 a Nuova Delhi. In esame 60 dossier da 56 Paesi: per l’Italia si tratta della prima candidatura che riguarda un intero movimento gastronomico, e non una singola tradizione o ricetta.

I numeri fotografano il divario. Nel periodo 2023-2024 gli arrivi nei siti culturali non UNESCO calano del -3,26%, mentre crescono del +7,39% nei siti UNESCO; sul fronte delle presenze, l’aumento medio è del +2,5% nelle aree senza riconoscimento e del +14,87% in quelle iscritte (2024 su 2023). Lo scarto era evidente già nel post-pandemia: nel 2021 gli arrivi sono saliti del +53,59% nei siti UNESCO contro il +41,24% di luoghi comparabili non iscritti; nel 2022 l’incremento è stato rispettivamente del +67,83% e del +50,65%, con un differenziale a favore dei primi superiore ai 17 punti. Per le presenze, il vantaggio dei siti UNESCO è stato di 24 punti percentuali nel primo anno post-Covid e di 17 nel secondo.

Casi concreti confermano la tendenza. A Pantelleria, dove la coltivazione ad alberello della vite è patrimonio immateriale dal 2014, il turismo è cresciuto in media del +9,7% l’anno, con picchi fuori stagione fino al +75%, e la forza lavoro negli agriturismi è aumentata del +500% nell’arco di dieci anni. La tradizione dei Pizzaiuoli Napoletani ha registrato un +283% nei corsi professionali e un +420% nelle scuole accreditate (tutte all’estero). Nelle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene le strutture turistiche sono cresciute del +45,4% e i posti letto del +35,4% (contro, rispettivamente, il +3% e il +8,2% in contesti simili privi di riconoscimento).

La ricerca si articola in tre fasi. La prima (2023-2024) ha definito modelli-campione in Italia e in altri otto Paesi, raccogliendo dati su flussi turistici, imprese, servizi culturali correlati e occupazione. La seconda (2024-2025) ha condotto un’analisi di corrispondenza causale per isolare l’effetto dell’iscrizione UNESCO dalla semplice correlazione, tramite un set di metodi statistici e logici. “In tale fase – precisa Petrillo – sono stati individuati i sistemi di indicatori e le variabili di policy ed è stata sviluppata la comparazione interna ed esterna. I primi risultati evidenziano come gli effetti economici riconducibili all’UNESCO non siano mai immediati ma avvengano nel medio periodo, a due condizioni: che si svolga un’azione di diffusione del riconoscimento in coerenza con i motivi dell’iscrizione e che si sappia puntare l’attenzione sulla dimensione culturale e identitaria e non sui singoli prodotti.” La terza fase si concluderà entro la fine del 2026.

Sul fronte della candidatura italiana, il Comitato del patrimonio culturale immateriale si riunirà dall’8 al 13 dicembre a New Delhi. Parteciperanno delegati di 185 Stati, ma soltanto 24 Paesi voteranno sulle nuove iscrizioni: tra questi Francia, Spagna, Germania e Slovacchia per l’Europa, oltre a Ucraina, Cina, India, Nigeria ed Emirati Arabi. La delegazione italiana sarà guidata da Liborio Stellino, ambasciatore presso l’UNESCO, affiancato da Maddalena Fossati (presidente del comitato promotore), da Pier Luigi Petrillo e dai funzionari del Ministero della Cultura che hanno seguito il dossier, Maria Assunta Peci ed Eleonora Sinibaldi.

Tornando a Pantelleria, l’analisi mostra che subito dopo l’iscrizione le presenze sono aumentate dello 0,3%; dal 2022, con l’istituzione del Parco Nazionale e robuste campagne di comunicazione che hanno legato l’isola al riconoscimento UNESCO, la crescita annua media è stata del +9,7%. Nei mesi meno balneari (ottobre, novembre, marzo, aprile) l’incremento ha raggiunto il +75%, e due terzi dei visitatori dichiarano motivazioni connesse allo status UNESCO. Sul versante delle imprese rurali, già l’anno successivo al riconoscimento gli investimenti in agriturismi sono saliti del +6,35%; tra il 2014 e il 2025 l’aumento medio annuo è del +24,7%, con un balzo complessivo del +500% nel numero di aziende agrituristiche. In località comparabili con pratiche agricole tradizionali ma senza riconoscimento UNESCO, l’incremento totale nello stesso periodo si ferma al +2%, con punte massime del +3,2% nei luoghi di maggior pregio.