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l'inchiesta

Messina, sequestrati 2 milioni e mezzo di euro all'ex rettore Cuzzocrea. Soldi dell'università per andare a eventi ippici

L'indagine ha riguardato rimborsi illegittimi e parte dalla denuncia di un sindacalista. L'ex rettore, già a processo per degli affidamenti diretti, avrebbe distratto somme anche per la sua azienda agricola. La procura di Messina aveva chiesto l'arresto ai domiciliari, non accordato dal gip

Manuela Modica

26 Novembre 2025, 10:31

17:01

salvatore cuzzocrea rettore

Sono due i sequestri a carico dell’ex rettore dell’università di Messina Salvatore Cuzzocrea. Il primo per l’importo di oltre un milione e seicentomila euro. A cui se ne aggiunge un secondo per 860 mila euro, per un totale di 2 milioni 460mila euro. Il provvedimento è stato eseguito dal comando provinciale della guardia di finanza. 

I due sequestri sono arrivati al termine dell'indagine della procura di Messina - seguita dalla aggiunta Rosa Raffa e dalle pm Liliana Todaro e Roberta La Speme - sui rimborsi gonfiati. Un vero e proprio caso scoppiato nel 2023 che portò alle dimissioni di Cuzzocrea da rettore e da presidente della Crui, Conferenza dei rettori delle università italiane.

La procura guidata da Antonio D'Amato ha chiesto anche gli arresti domiciliari, richiesta che non è stata accolta dal gip.

L'ex rettore di Messina è già a processo per gli appalti affidati senza incanto. Un'indagine partita dai rilievi mossi dall’Anac nell’aprile del 2022 per la gestione degli appalti, delle forniture e dei servizi per l’ateneo, affidati direttamente, secondo l’Autorità anticorruzione, “al di sopra delle soglie comunitarie, senza gara obbligatoria, utilizzando in maniera abusiva la normativa emergenziale”. Il processo è iniziato lo scorso giugno.

Per questo filone d'inchiesta le magistrate avevano chiesto una proroga di sei mesi. Adesso l'inchiesta è arrivata a conclusione con il doppio sequestro per una seri di ipotesi di peculato.

L'indagine ha consentito, infatti, di svelare un sofisticato meccanismo, attraverso il quale Cuzzocrea si sarebbe appropriato indebitamente di fondi destinati alla ricerca scientifica dell’Università. L’ex rettore - nella qualità di pubblico ufficiale e responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca affidati al dipartimento ChiBioFaram dell'università (Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali dell’Università di Messina), da parte di privati o finanziati da enti pubblici - si sarebbe appropriato di ingenti somme di denaro, utilizzando a fini di rimborso spese documentazione contabile artefatta, gonfiata o non inerente ai medesimi progetti di ricerca scientifica, formalmente condotti nel quadriennio 2019-2023. 

Contestualmente, la Procura di Messina ha proceduto, con separato provvedimento, al sequestro preventivo, adottato in via di urgenza, di oltre 860mila euro, con riferimento a ulteriori somme di denaro, di cui lo stesso ex Rettore si sarebbe appropriato. In questo caso avrebbe distratto a vantaggio di un’azienda agricola a lui riferibile (Divaga Società agricola srl), beni e servizi in realtà destinati all’Università ed acquisiti con procedure di affidamento diretto gestite dall’Università. Anche in relazione a tale sequestro, sono state contestate svariate ipotesi di peculato.

Le indagini hanno preso l’avvio a seguito di diversi esposti presentati dal sindacalista della Gilda e membro del Senato accademico Paolo Todaro, riferiti a presunte irregolarità ascrivibili al rettore pro tempore, in sede di rimborsi spese nell’ambito dell’attività di ricerca svolta dallo stesso ex rettore. 

Le indagini hanno portato all’acquisizione della documentazione comprensiva delle istanze di rimborso, dei giustificativi di spesa, dei mandati di pagamento effettuati dal dipartimento di ChiBioFarAm a favore di Cuzzocrea, per gli anni dal 2019 al 2023, distribuiti su circa venti progetti di ricerca scientifica, dei quali l'ex rettore era il responsabile scientifico. 

Fra le varie irregolarità riscontrate: la presentazione di scontrini fiscali relativi ad acquisti effettuati prevalentemente per spese personali; la richiesta di rimborso di missioni effettuate, secondo Cuzzocrea, per attività di ricerca, ma risultate coincidenti con la presenza dell’ex rettore ad eventi ippici. È emerso, quanto ai rimborsi giustificati tramite la presentazione di scontrini fiscali, che gli acquisti riguardavano materiali non afferenti alle attività di ricerca (ad es. materiale elettrico, idraulico ed edile); gli approfondimenti condotti presso i fornitori hanno consentito di disvelare la reale destinazione dei medesimi materiali, non a beneficio dell’ateneo, bensì dell’azienda agricola riconducibile all’ex rettore.

È scattata anche l'attivazione degli strumenti della cooperazione giudiziaria internazionale, essendosi resi necessari approfondimenti su fatture provenienti da aziende estere; e ciò atteso che alcuni documenti contabili, riconducibili ad aziende internazionali, avevano sollevato seri dubbi circa l’autenticità delle fatture poste a sostegno delle richieste di rimborso. Sono state avanzate richieste di rogatoria internazionale, ritualmente evase dalle autorità giudiziarie svizzera, statunitense e inglese, che hanno consentito di documentare gli artifici contabili operati sulle fatture. È stata rilevata persino l’alterazione di alcuni documenti, per dimostrare l’avvenuto pagamento effettuato da soggetti diversi dal richiedente. 

Un’altra delle voci di spesa consistente è risultata connessa all’effettuazione di autodichiarate missioni per conto dell’Ateneo: è emerso che una quota significativa dei rimborsi richiesti, a fronte di missioni, riguardava spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute dall’ex rettore e in alcuni casi anche da suoi ospiti, in località coincidenti con quelle presso cui erano stati disputati concorsi ippici, ai quali lo stesso Cuzzocrea è risultato aver preso parte. In tale contesto sono state ricostruite le richieste di rimborso, puntualmente fatturate, aventi ad oggetto l’effettuazione di servizi fotografici riguardanti, contrariamente a quanto rappresentato, documentazione fotografica di eventi ippici, dunque non inerenti all’attività di ricerca. 

Infine dalla dettagliata disamina dei movimenti di conto corrente sono emersi insoliti accreditamenti, derivanti da bonifici bancari aventi quale beneficiario l’ex rettore, per un totale di 210mila euro, ordinati da numerosi ricercatori facenti parte del gruppo di ricerca del dipartimento di ChioBioFarAm dell’Università di Messina, con varie causali. Per esempio il rimborso per acquisto di materiale di laboratorio e manutenzione impianti, o anticipo spese di laboratorio. Le attività di indagine hanno permesso di escludere che vi sia stata l’anticipazione di spese per l’acquisto di materiali utili alla ricerca da parte dei ricercatori, a causa della non riferibilità, ai medesimi ricercatori, delle firme di presentazione delle istanze di rimborso, nonostante esse fossero state avanzate a loro nome. 

Nell'agosto del 2024, nonostante le inchieste, la ministra Anna Maria Bernini ha nominato Cuzzocrea consulente per il ministero (a titolo gratuito), poco dopo fu nominato anche nella commissione Via-Vas. 

Anche il padre, Diego Cuzzocrea, era stato rettore dell'università di Messina (dal 1995 al 1998), e anche lui fu costretto alle dimissioni dopo la tragedia che colpì l’Università:  l’omicidio dell’endoscopista del Policlinico, Matteo Bottari. L’ex rettore fu indagato per favoreggiamento nell’ambito delle indagini sull’omicidio, poi fu accusato di aver simulato il furto e il danneggiamento della sua auto, per questo costretto a dimettersi da rettore. Ma le accuse a suo carico in seguito caddero completamente.