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Salute

Allarme obesità: un ragazzo su 4 in sovrappeso, in Sicilia il 33,8%

Una condizione che riguarda più di un adolescente su tre in sette delle dieci regioni del Mezzogiorno che sono ben sopra la media nazionale

Francesca Aglieri Rinella

17 Novembre 2025, 21:17

Allarme obesità: un ragazzo su 4 in sovrappeso, in Sicilia il 33,8%

In Italia il 26,7% dei bambini e dei ragazzi tra i 3 e i 17 annipiù di uno su quattro – è in sovrappeso. La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove in sette regioni su dieci le percentuali superano la media nazionale: la Campania guida la classifica con il 36,5%, seguita da Calabria (35,8%), Basilicata (35%) e Sicilia (33,8%). All’estremo opposto, i valori più contenuti si registrano nelle Province autonome di Trento (15,1%) e Bolzano (17,4%), in Friuli Venezia Giulia (18,4%) e in Lombardia (19,5%).

È il quadro tracciato dal decimo Rapporto sull’obesità in Italia, curato da Auxologico IRCCS e presentato all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il documento è frutto del lavoro congiunto di una trentina di clinici e ricercatori italiani e stranieri. «L’obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica – dice il ministro della Salute Orazio Schillaci – e come dimostra il rapporto, riguarda anche i bambini. Per questo è fondamentale agire sulla prevenzione, attraverso corretti stili di vita».

Le stime più recenti dell’Organizzazione mondiale della sanità indicano che nel 2022 le persone adulte con obesità erano 890 milioni (16%) e 2,5 miliardi (43%) risultavano in sovrappeso.

In Italia, secondo Istat 2023, quasi 23 milioni di maggiorenni – pari al 46,3% – presentano un eccesso ponderale, ossia un indice di massa corporea pari o superiore a 25. Tra questi, circa 5,8 milioni (11,8%) rientrano nella fascia dell’obesità, con BMI uguale o superiore a 30.

«Negli ultimi decenni – si legge nel Rapporto – l’obesità mostra tassi di crescita in costante aumento a livello globale, al punto da essere ormai considerata una vera e propria epidemia, con tutte le implicazioni che questo comporta per la salute pubblica».

Una condizione che richiede «un impegno importante in termini di salute e spesa pubblica» poiché «la sindrome metabolica non affrontata e curata nei tempi e nelle modalità corrette presso centri sanitari specializzati, conduce inevitabilmente a complicanze che interessano praticamente tutti gli organi vitali del paziente affetto da obesità».

Da qui la necessità di prendere in carico chi è già malato, ma anche di potenziare prevenzione e diagnosi precoce dei prodromi che possono sfociare nelle forme più gravi, con le numerose patologie correlate. «In questa direzione – aggiunge Schillaci – vanno le attività del Ministero della Salute e la legge che in Italia, prima al mondo, riconosce l’obesità come malattia cronica, prevedendo interventi significativi sul piano della prevenzione e della cura dell’obesità, ma anche per la formazione specifica del personale sanitario». «L’obesità e in generale i disturbi del comportamento alimentare costituiscono linee prioritarie di ricerca e di intervento clinico del nostro Irccs, che ormai opera da mezzo secolo – sottolinea il presidente di Auxologico, Mario Colombo – un unicum in Italia per i casi clinici trattati nei propri ospedali e centri territoriali, che vede nel prossimo futuro l’ampliamento di una presenza in Regione Lazio e Regione Calabria».