Nel Trapanese
Grifone in pericolo salvato a Marsala: l'intervento dei Carabinieri e del WWF
L'animale euroasiatico era debilitato per un probabile avvelenamento
A Marsala (Trapani), in località Volpara, i Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura - Distaccamento Cites di Trapani, durante un ordinario servizio di controllo della caccia, sono stati allertati da alcuni volontari del WWF per la presenza di un giovane Grifone euroasiatico in difficoltà, incapace di prendere il volo.
Giunti sul posto, i militari hanno constatato che il rapace, specie protetta e di particolare interesse naturalistico, versava in stato di grave debilitazione, verosimilmente dovuta ad avvelenamento. Grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri, supportati dai volontari del WWF, l’animale è stato messo in sicurezza, evitando l’aggravarsi delle condizioni di salute, e trasferito, a cura dell’Arma Forestale, presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza (PA), dove personale specializzato ha fornito le prime cure e ne ha valutato le condizioni, al fine di consentire — ove possibile — la pronta reimmissione in natura.
“Si segnala che il grifone euroasiatico (Gyps fulvus) è uno dei più grandi avvoltoi europei: la sua apertura alare può superare i 2,5 metri. È una specie che negli ultimi decenni ha rischiato la scomparsa in Italia. Grazie a programmi di reintroduzione e tutela, oggi alcune colonie sopravvivono in Sicilia, Sardegna e nelle aree appenniniche — dicono i carabinieri —. In quanto rientrante nella categoria degli avvoltoi, il Grifone è una specie necrofaga, che si alimenta esclusivamente di carcasse di animali morti; pertanto è particolarmente vulnerabile agli episodi di avvelenamento, spesso derivanti dall’uso illecito di esche tossiche. Questi episodi rappresentano una delle principali cause di mortalità per gli avvoltoi, la cui sopravvivenza è importante non solo per l’arricchimento della biodiversità, ma anche per il fondamentale ruolo ecologico che questa specie assolve, garantendo il naturale smaltimento dei corpi degli animali non più in vita.”
“L’episodio testimonia l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nella tutela dell’ambiente, della biodiversità e nel contrasto ai reati contro la fauna selvatica, in stretta collaborazione con le associazioni ambientaliste e gli enti preposti. Sono in corso ulteriori accertamenti per determinare le cause del malore e individuare eventuali responsabilità connesse all’ipotesi di avvelenamento,” dicono i carabinieri.