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Caltanissetta, la “veggente di Trevignano” a processo per truffa: ecco come sono state utilizzate le donazioni

Dalla statua che piangeva sangue alle profezie di catastrofi, la donna e il marito avrebbero incassato 300 mila euro

Redazione Caltanissetta

15 Novembre 2025, 08:50

gisella cardia

Una vicenda che negli ultimi anni ha diviso opinione pubblica e comunità religiosa approda ora nelle aule di tribunale. Gisella Cardia, conosciuta come la “veggente di Trevignano” e residente a Caltanissetta, è stata rinviata a giudizio assieme al marito con l’accusa di truffa aggravata.

Cardia, il cui vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla, dal 2016 sostiene di ricevere messaggi dalla Madonna. Intorno a lei e a una statua collocata sulle colline di Trevignano Romano si è sviluppato un culto che ha attirato centinaia di fedeli, convinti delle apparizioni e dei presunti miracoli. Tra questi, il pianto di sangue della statua, rivelatosi poi essere sangue umano riconducibile alla stessa Cardia, e le profezie di catastrofi imminenti dalle quali i seguaci avrebbero potuto salvarsi grazie alla fede.

Secondo l’accusa, dietro la devozione si sarebbe celato un inganno: circa 300mila euro raccolti dai fedeli sarebbero stati utilizzati non per scopi religiosi, ma per acquistare terreni, finanziare lavori di ristrutturazione nella casa della coppia e persino comprare un’auto dal valore di 37mila euro.

Il culto di Trevignano non ha mai ricevuto alcun riconoscimento ufficiale dalla Chiesa cattolica, che anzi ha giudicato la “veggente” inattendibile. Nonostante ciò, il fenomeno ha continuato a crescere, alimentato da raduni e testimonianze di chi credeva nelle apparizioni. Ora, però, la vicenda si sposta sul piano giudiziario, dove sarà la magistratura a stabilire se dietro la fede si nasconda una vera e propria truffa.