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L'inchiesta

Caso Galvagno: c'è un nuovo avviso di conclusione indagini, è accusato anche di truffa e falso assieme all'autista

La procura ha ampliato i reati collegati all'uso improprio dell'auto blu, per cui già c'era il peculato. Non è presente, invece, nel provvedimento notificato al presidente dell'Ars la corruzione per il Capodanno.

Laura Distefano, Manuela Modica

27 Ottobre 2025, 17:36

21:55

Galvagno

Da una parte si alleggerisce (almeno pare) la posizione del presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno. Dall'altra si appesantisce.  All'esponente di Fratelli d'Italia, infatti, sono contestati altri reati rispetto a quelli formulati a fine luglio. Precisamente falso e truffa.  La Procura di Palermo ha notificato un nuovo avviso di conclusione indagini, che è stato parzialmente modificato. Ma di fatto sostituisce quello notificato a fine luglio. Solo uno l'episodio di corruzione contestato: quello dei fondi della manifestazione "Un Magico Natale", non è presente quello dell'organizzazione del Capodanno di Catania. 

L'allargamento dell'imputazione da parte della procura guidata da Maurizio de Lucia riguarda l'uso improprio dell'auto blu. Al presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, oltre al peculato sono contestati i reati di truffa e falso assieme all'autista Roberto Marino

Le accuse di falso e truffa

Nel capo d'imputazione dell'avviso di conclusione indagini che è stato notificato giovedì scorso, si legge che Roberto Marino, autista del presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, si sarebbe appropriato «in maniera continuativa dell'autovettura di servizio per fini privati e personali, non autorizzati, sviando le proprie funzioni». Le contestazioni includono specifici spostamenti documentati tra l'11gennaio e il 2 dicembre del 2024  per finalità «estranee - secondo i pm di Palermo -  ai servizi d'istituto (come appuntamenti privati, trasporto verso la dimora privata, acquisto)».

Marino e Galvagno sono accusati anche - e questo è l'ampliamento - «di avere attestato falsamente giorni e orari di inizio e fine delle missioni che non corrispondevano a quelle reali, e l'effettuazione di spese non sostenute, inducendo l'amministrazione a erogare a favore di Marino indebiti rimborsi e somme». Sono elencati nell'avviso 24 episodi specifici di falsificazione relativi a diverse missioni tra Catania e altre province. Fra cui, falsi rientri, partenze e spese in eccesso. L'ingiusto profitto calcolato dai pm in 19.000 euro. 

Il Magico Natale: 3 indagati

Ma le modifiche, in senso opposto stavolta, riguardano anche la corruzione per le erogazioni alla Fondazione Dragotto per l'evento "Un magico Natale". L'accusa è contestata a Gaetano Galvagno, Sabrina De Capitani e Marcella Cannariato. Il presidente dell'Ars, anche in veste di vertice della Fondazione Federico II, assieme alla portavoce «indebitamente» si sarebbe fatto promettere e dare da Cannariato - rappresentante delle fondazioni Dragotto e Bellisario - una serie di utilità anche a beneficio di altri. Galvagno e De Capitani avrebbero sistematicamente «sviato» le proprie funzioni pubbliche sottomettendosi agli interessi privati di Cannariato. Rispetto all'avviso di luglio, non solo presenti (se non come beneficiari del patto corruttivo) Marianna Amato, ormai famosa segnalata di Uomo 6, e Alessandro Sottile, manager della società Alquadrato Communication. Società che avrebbe fatto da filtro nel sistema di spartizione dei fondi elargiti dalla Regione. 

Il Capodanno "congelato"

Invece non è presente nel nuovo provvedimento, firmato dai pm Felice De Benedittis e Andrea Fusco, la contestazione che riguarda il Capodanno di Catania, per aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati anche dell'impresario catanese Nuccio La Ferlita e il segretario di Galvagno, Giuseppe Cinquemani. Posizioni, quindi, congelate. Al momento - da quello che risulta a La Sicilia - non  sarebbe stata depositata al gip una richiesta di archiviazione. Ma la procura potrebbe farlo nel giro di poco tempo. 

La difesa di Galvagno

«Si tratta di un nuovo provvedimento che annulla il precedente - spiega il professore Vittorio Manes, del foro di Bologna che assieme agli avvocati Ninni Reina di Palermo e l'avvocato Antonia Lo Presti di Catania difende Galvagno - con delle modifiche parziali. La procura contesta delle condotte al collaboratore assieme al presidente dell'Ars, in quanto quest'ultimo secondo la ricostruzione investigativa avrebbe avuto l'onere di controllare. Rispetto a queste contestazioni provvederemo a provare in modo documentale la correttezza dell'operato del presidente. Sulla mancanza del capo d'imputazione della corruzione collegata all'organizzazione del Capodanno - conclude Manes - stiamo approfondendo».