La decisione
Resta menomata a causa del parto L’Asp di Agrigento risarcirà con 130mila euro
La donna ha avuto conseguenze irreversibili dopo il parto avvenuto nel 2010

L'ospedale di Sciacca
Sarà risarcita con 130mila euro dall’Asp di Agrigento una donna, rimasta menomata in seguito al parto avvenuto nel 2010 nel reparto di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale «Giovanni Paolo II» di Sciacca. Secondo l’accusa la donna avrebbe subito danni «per la ritenuta condotta dei sanitari, in relazione alle conseguenze post parto che hanno gravemente menomato, in modo irreversibile, le sue condizioni fisico-psichiche». Per questo motivo aveva chiesto un risarcimento di 158mila e 339 euro, ma il Tribunale di Sciacca ha condannato l’Asp agrigentina al pagamento di 163mila 828 euro.
Contro la sentenza l’Asp ha fatto ricorso in appello ma, nel frattempo, sono andate avanti le pratiche di trattative bonarie con la paziente che hanno avuto esito positivo: la donna, infatti, ha accettato la somma di 130mila euro, oltre spese legali, dichiarando che «con il pagamento delle somme non avrà null’altro a pretendere dall’Asp». L’Asp, dal canto suo, ha rinunciato al giudizio d’appello e si prepara a versare il risarcimento nei confronti della donna.
Questa non è l’unica causa in corso per l’Asp di Agrigento. Altre tre sono in itinere con ricorso per accertamento tecnico preventivo per «sostenere l’esatta esecuzione della prestazione professionale dell’Azienda e dei sanitari» e «ottenere l’integrale rigetto del ricorso». Il primo fatto di «ritenuta malpractice sanitaria» sarebbe avvenuto al Pronto soccorso dell’ospedale «Barone Lombardo» di Canicattì dove si è recato un uomo che è stato successivamente trasferito in Ortopedia al «San Giovanni di Dio» di Agrigento.
Il secondo episodio si è verificato in Urologia al «San Giovanni di Dio» dove la «ritenuta malpractice sanitaria» avrebbe causato il decesso dell’uomo avvenuto in Terapia intensiva. L’ultimo caso vede il Pronto soccorso e il reparto di Medicina del «San Giacomo d’Altopasso» a Licata, dove un uomo nel marzo 2024 è deceduto sempre per «ritenuta malpractice sanitaria». Sinistro sanitario per i quali a rispondere dovrebbe essere la stessa Asp, considerato che da luglio 2014 è in regime di autoassicurazione.