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cronaca

Niscemi, arrestato latitante ricercato in Europa: è accusato di diverse rapine nel Nisseno, nell'Ennese e nel Calatino

Aveva fatto ritorno a casa dai parenti e si era rifugiato in una stanza: i familiari sono stati denunciati

Laura Mendola

02 Ottobre 2025, 08:28

02 Ottobre 2025, 08:40

Controlli carabinieri Niscemi

I Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela, insieme ai militari della Stazione di Niscemi, hanno arrestato Roberto Crispetti, 53enne pregiudicato, originario di Vittoria e residente a Niscemi, irreperibile dal maggio 2024 e ricercato a livello europeo.

L’uomo era stato destinatario, nel maggio 2024, della revoca della sospensione dell’ordine di esecuzione per la carcerazione e del ripristino del medesimo provvedimento, emesso dal Tribunale di Gela – Ufficio Esecuzioni Penali.

Successivamente, a novembre 2024, la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta ha disposto a suo carico un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti.

Il condannato dovrà scontare complessivamente 10 anni, 10 mesi e 29 giorni di reclusione per sentenze definitive relative a rapina aggravata, furto aggravato e lesioni personali aggravate, reati commessi tra il 2012 e il 2016 nei comuni di Piazza Armerina, Valguarnera, Mirabella Imbaccari e Niscemi.

Le indagini dell’epoca lo avevano individuato, in concorso, tra gli autori di una serie di scippi ai danni di anziani: alle vittime venivano strappate le collane d’oro dal collo, con conseguenti lesioni e forte spavento.

La cattura è il risultato di un’articolata attività informativa condotta dai Carabinieri di Niscemi. Appreso che il ricercato potesse essersi rifugiato all’estero, ipotizzandone rientri periodici per far visita ai parenti, l’Arma ha predisposto una vigilanza discreta presso l’abitazione di famiglia.

Una volta accertata la sua presenza, è scattato l’intervento: nonostante i presenti negassero che fosse in casa, una perquisizione minuziosa ha consentito di rintracciarlo in una stanza e trarlo in arresto.

L’uomo è stato trasferito alla Casa circondariale di Gela, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. I familiari sono stati denunciati per procurata inosservanza di pena.

Si precisa che la condotta contestata dà luogo a un procedimento nella fase delle indagini preliminari e che, come garantito dalla Costituzione, per gli indagati vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.