L'inchiesta
Il “codice” dei pirati: «Si paga solo in bitcoin»
Streaming illegale. La banda sgominata con l’operazione “Gotha 2” obbligava gli utenti a seguire delle regole molto stringenti

Il capo indiscusso dei pirati dello streaming è Emanuele Di Paola. Catanese doc che è finito ai domiciliari la scorsa settimana nell'ambito dell'indagine Gotha 2, coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Francesco Camerano.
Sono otto le persone ai domiciliari: sono consideratati dai pm i vertici dell'organizzazione criminale internazionale dedita a vendere flussi televisivi a pagamento a migliaia di utenti in tutta Italia e non solo. Con pesanti perdite economiche per le paytv italiane. Gli investigatori della polizia postale hanno anche recuperato lo stringente vademecum dei pirati dello streaming diffuso nei canali telegram che serviva per proteggere l'organizzazione da possibili attacchi.
Le regole del "Fight Club" dei pirati streaming
Una sorta di regole stile Fight Club volte a garantire anonimato e sopravvivenza dei flussi delle IPTV. I 14 articoli del codice di comportamento della “Hermes Television”, che dopo le perquisizioni di due anni fa è diventata Skynet, prevedevano anche una punizione per i trasgressori. La prima legge è “No reshare” (pena ban immediato anche sotto evento senza rimborso), a seguire “no scambi” (pena ban immediato). Terza regola: flussi solo per 1 server-pannello per chi acquista. Non sono previsti amici. E nemmeno due server privati. Inoltre l'utente connesso deve fornire una linea M3U illimitata con tre connessioni aperte per le verifiche. Poi: massimo autocontrollo del server in caso qualcuno riesca a rubare il canale. E ancora: massima collaborazione in caso di segnalazione di uscita di canali e linea bloccata con Ip load balance.
Anche le ritorsioni sono regolarizzate: chi, ad esempio, è beccato a scambiare o rivendere i flussi o a usarli in altri server oltre a essere bannato e senza rimborso, non verrà più ripreso. Obbligatorio fare lo screen del server manager per una conferma degli Ip e quando si aggiungono nuovi ip deve essere mandata un'altra foto. Non si possono mettere Ip esterni al server del pannello ricevente.
Il pagamento solo in criptovalute
Non si transige sulla valuta da usare: i pagamenti del “pezzotto” si possono fare solo in bitcoin. Il rinnovo va fatto entro le 23,30 del giorno di scadenza: il rischio è la chiusura senza possibilità di rinnovo. Inoltre i pirati hanno creato una white list per chi osserva pedissequamente le regole: però dovevano fornire precise informazioni sugli Ip. Una volta rispettati i primi 13 articoli del vademecum, la banda fa un accesso al pannello.
I pirati dello streaming capitanati da Di Paola inoltre emettono sentenze senza appello per chi non rispetta le regole contenuto nello stringente codice: chi viene trovato a scambiare o rivendere in altri server oltre a essere bannato dal sistema senza rimborso, non verrà più ripreso negli abbonamenti.
Peccato però che era tutto illegale.