sanità
Nuova rete ospedaliera a Catania: una svolta per la sanità territoriale siciliana
Tra innovazione e riassetto, cosa cambia davvero per i cittadini e gli ospedali del catanese

Un ospedale che cambia volto, tra tagli e potenziamenti, che fa discutere ma promette di rivoluzionare l’assistenza sanitaria sul territorio, con una rete più equa e funzionale. Nel cuore di questa trasformazione, Catania e la sua provincia diventano terreno di un delicato bilanciamento tra esigenze di modernizzazione e garanzia dei servizi di prossimità.
Una riorganizzazione attesa e discussa
La Regione Siciliana ha dato il via libera a una nuova rete ospedaliera che mira a creare un sistema sanitario più efficiente e vicino ai cittadini [Regione Siciliana]. Il piano, atteso da tempo, ha ottenuto il parere favorevole della Commissione Salute dell’ARS e punta a redistribuire i posti letto, con un occhio particolare alle emergenze, oncologia e neurologia.
A Catania, la riorganizzazione comporta una riduzione netta di 17 posti letto per acuti nell’Asp territoriale, a fronte però di un incremento importante di 58 posti per post acuti, destinati a garantire cure di lungo termine e riabilitative. Non mancano però scelte controverse, come il taglio a 30 posti letto ad Acuto a Bronte e ulteriori diminuzioni in altre località della provincia, che sollevano preoccupazioni tra gli abitanti. Nel contempo, Paternò guadagna complessivamente 41 posti letto a discapito di altre strutture limitrofe, segnalando uno spostamento di risorse verso alcuni centri ritenuti più strategici per la copertura sanitaria
Più posti letto e nuovi servizi specializzati
La svolta si accompagna anche a un potenziamento in aree cliniche fondamentali: in Sicilia sono stati rimessi in funzione 308 posti letto precedentemente inattivi, con un incremento complessivo di 207 posti in oncologia e 47 in neurochirurgia, oltre a rinforzi per neurologia, ortopedia e medicina d’urgenza.
Nel catanese, la nuova rete assegna un ruolo di rilievo agli ospedali più grandi come il Policlinico e il Civico, con aumenti dei posti letto e risorse indirizzate a mantenere alte le prestazioni. Per contro, alcuni ospedali minori subiscono riduzioni e riconversioni funzionali.
Accessibilità ed emergenze: una rete più vicina e tempestiva
Particolare attenzione è stata riservata alle cosiddette reti tempo-dipendenti, quelle cioè relative a patologie in cui la rapidità di intervento è vitale, come infarti, ictus e traumi gravi. L’obiettivo è assicurare che ogni cittadino siciliano, anche nelle aree più periferiche, possa accedere a cure salvavita rapidamente grazie a un’organizzazione più capillare ed efficiente.
In questo contesto, il potenziamento del Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, riconosciuto come presidio d’eccellenza, viene confermato e integrato nella nuova rete, segno di un'attenzione anche alle specialità di alta complessità.
Reazioni e prospettive
Il piano ha ricevuto il plauso del presidente della Regione Renato Schifani e dell’assessore alla Salute Daniela Faraoni, che sottolineano come questa riforma rappresenti un passo fondamentale verso un sistema sanitario più equo e moderno, in grado di ridurre liste di attesa e mobilità extra-regionale.
Dall’opposizione e dal territorio arrivano però accuse di opacità e timori di chiusure mascherate, con esponenti politici come quelli di Forza Italia che invitano a smascherare le fake news e a concentrarsi su un dialogo costruttivo, evidenziando la necessità di potenziare la medicina territoriale e la telemedicina insieme alla riorganizzazione ospedaliera.
Un equilibrio da monitorare
Il delicato equilibrio tra tagli, potenziamenti e riorganizzazioni che coinvolge Catania e la sua provincia richiede un'attenta valutazione nel tempo, con l’obiettivo di non penalizzare i cittadini delle aree meno centrali e garantire a tutti un accesso equo a cure di qualità.