Furti
La piaga dei furti di metallo nei cantieri navali siciliani
Un problema crescente che colpisce l'economia locale con effetti pesanti e diffusi

Su una strada silenziosa di Trapani, una motoape carica di materiale ferroso emerge dal cancello chiuso di un cantiere navale. A prima vista, sembra solo un veicolo in transito. Ma sotto l'occhio attento dei militari, quella scena è il fotogramma di un furto in atto: il mezzo nasconde una refurtiva preziosa e rara. È qui che si è consumato l'episodio che ha portato all'arresto di un giovane 29enne, sorpreso con le mani nel sacco mentre cercava di trafugare metallo da uno stabilimento chiuso. Una scena che potrebbe ripetersi migliaia di volte in Sicilia, dove i furti di metallo nei cantieri navali stanno diventando una vera e propria piaga economica e sociale.
Furti in flagranza: un caso che illumina una realtà più ampia
Il caso del 29enne di Trapani evidenzia un problema più grande. I militari, notando un insolito movimento di una motoape carica di ferraglia, hanno fermato il mezzo e recuperato il materiale trafugato, dimostrando come i furti siano ancora frequenti e audaci. Il furto in flagranza ha permesso di interrompere l'ennesimo colpo, ma non è che la punta dell'iceberg di un fenomeno che affligge l'intero settore navale siciliano.
La frequenza crescente dei furti e le cifre allarmanti
Secondo dati raccolti da fonti locali e nazionali, i furti di metallo nei cantieri navali siciliani sono aumentati in modo preoccupante nell'ultimo biennio. Nel 2024, solo in provincia di Trapani, si sono registrati almeno 30 casi documentati di furti di materiale ferroso, con una stima di danni economici che supera il milione di euro. Le imprese coinvolte sono spesso realtà medio-piccole che faticano a sostenere i costi di riparazione e sostituzione.
In particolare, i metalli più rubati includono rame, acciaio e alluminio, materiali altamente richiesti anche nel mercato nero e riciclabili con facilità. La facilità con cui questi materiali possono essere venduti dopo il furto alimenta una vera e propria economia parallela illegale che danneggia profondamente le imprese legittime.
Impatto economico e sicurezza: una doppia sfida
I furti non provocano solo perdite materiali immediate, ma hanno anche un impatto indiretto notevole. Le aziende sono costrette a spendere ingenti somme nell'installazione di sistemi di sicurezza, assumendo personale per il controllo notturno e sottoponendosi a blocchi nei cantieri che rallentano la produzione. Questo diventa un ostacolo alla competitività e all'occupazione locale.
Le aziende segnalano un aumento del costo della sicurezza del 15-20% rispetto a due anni fa, oltre al danno di immagine che penalizza rapporti commerciali e investimenti.
Strategie di contrasto e coinvolgimento delle istituzioni
A fronte di questo fenomeno, le forze dell’ordine, in particolare la Polizia e i Carabinieri, hanno intensificato i controlli mirati in diverse aree di Trapani e altre città portuali siciliane. L'arresto del 29enne, a cui si aggiungono altre operazioni simili nei mesi scorsi, rappresenta una risposta concreta, ma resta evidente l'esigenza di una strategia più ampia e coordinata.
Dall'altra parte, le associazioni di categoria, come la Assonautica Siciliana e i sindacati dei lavoratori, stanno chiedendo l'intervento delle autorità regionali e nazionali per aumentare le risorse destinate alla tutela dei cantieri navali.
Il peso sociale e l'urgenza di un cambiamento
Oltre agli aspetti economici, la piaga dei furti di metallo nei cantieri si intreccia con dinamiche sociali complesse: la disoccupazione, la marginalità economica e i giri di malaffare che si radicano nei territori portuali. L'arresto del giovane trapanese è un segnale che il problema non è solo criminalità organizzata, ma anche una questione sociale che necessita di politiche di inclusione e opportunità lavorative.
Solo un impegno collettivo potrà arginare questa piaga, proteggere le imprese e salvaguardare i posti di lavoro in uno dei settori storicamente più importanti per l'economia siciliana.