Lo studio
Gela, focus sul benessere psicologico e relazionale dei giovani con criticità emotive
I risultati dell'analisi effettuata tra i ragazzi di Gela, Niscemi, Mazzarino e Riesi
Nonostante si dichiarino felici e soddisfatti della propria vita, i giovani tra gli 11 e i 18 anni di Gela, Butera, Mazzarino, Niscemi e Riesi vivono significative criticità emotive. È quanto emerso da una ricerca sociale coordinata dalla dott.ssa Aurora Morreale su 300 ragazzi (161 femmine, 139 maschi) presentata ieri nella sede Arci, in vista dell'avvio del progetto EsserCi, selezionato dall'Impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa che vede in rete i Comuni di Gela, Niscemi, Mazzarino e Riesi, le scuole del comprensorio e diverse associazioni locali. I risultati dello studio sono stati discussi durante il seminario "Dialogare per un futuro con più speranza" con l'intervento del dott. Raffaele Barone, direttore del Dsm Caltagirone-Palagonia dell'Asp di Catania, la partecipazione di dirigenti scolastici, docenti, amministratori e rappresentanti delle associazioni.
La ricerca, basata su un questionario anonimo, ha rivelato un quadro in chiaroscuro del benessere psicologico e relazionale. C’è un benessere personale apparente: la maggioranza dei giovani riporta un elevato livello di soddisfazione personale (82%) e autoefficacia (74%) ma vive un disagio fisico-mentale perché quasi la metà del campione (47%) non si sveglia riposata. Lo stress e la stanchezza cronica (42%) sono correlati a un sovraccarico mentale (57%) e a una forte ansia (50%), dati tutti più elevati nella popolazione femminile. Si è notata una differenza di genere: i maschi tendono a percepirsi più sicuri e fieri di sé (80% vs 46% delle femmine), mentre le ragazze riportano una maggiore vulnerabilità emotiva e più difficoltà nelle dinamiche relazionali. Riguardo alle difficoltà relazionali il 46% fatica ad aprirsi e confidarsi con qualcuno, e il 61% sostiene di poter contare solo su sé stesso. Nonostante una buona apertura familiare, il 56% non parla dei propri problemi in casa.
La resistenza a chiedere aiuto a un professionista è altissima (79%), e la conoscenza dei servizi di supporto gratuiti sul territorio è quasi nulla (solo lo 0,66% conosce sportelli pubblici). Le principali difficoltà emotive derivano da ansia e stress (40,3%) e scarsa autostima/paura del giudizio (31,6%). Per rispondere a questa emergenza sommersa, il progetto EsserCi, finanziato dalla Fondazione per il Sud per 42 mesi, mira a creare una rete di presidi fisici dislocati nei Comuni coinvolti. Questi spazi, facilmente accessibili, forniranno: servizi di ascolto e accompagnamento, laboratori e attività. Equipe multidisciplinari: composte da neuropsichiatri, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali ed educatori, per accompagnare i minori in condizioni di fragilità emotiva e psicologica verso un maggiore benessere psicofisico.
Dal dibattito di ieri è emersa la necessità di organizzare la formazione per i docenti e per i genitori, soprattutto sull’ascolto dei giovani.