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la storia

Dalla Sicilia alla casa nel bosco percorrendo 900 km in auto: «Vado a dire a quel padre che non è solo»

Fabio Messina, agente di commercio palermitano, porterà diretta solidarietà ai genitori da cui il Tribunale ha momentaneamente allontanato i tre figli

Salvo Catalano

28 Novembre 2025, 15:31

Dalla Sicilia alla casa nel bosco percorrendo 900 km in auto: «Vado a dire a quel padre che non è solo»

«Anche mio figlio per tre anni ha studiato con l'educazione parentale. Io credo che quanto sta accadendo a quella famiglia sia gravissimo e pericolosissimo. Per questo voglio portare personalmente la mia solidarietà». Fabio Messina è un agente di commercio palermitano e domani si metterà in viaggio, con la sua auto, per raggiungere i boschi in provincia di Chieti, in Abruzzo. Lì dove Nathan Trevallion e Catherine Birmingham hanno scelto di vivere insieme alle loro tre bambine di 6 e 8 anni, oggi affidate a una casa famiglia dopo la decisione del Tribunale per i Minorenni de L'Aquila.

Messina ha 47 anni e ci tiene a precisare che rappresenta solo se stesso, «vado da semplice cittadino - dice - a spese mie ho deciso di percorrere 900 chilometri, perché vedo tante persone indignarsi sui social, ma lamentarsi e basta non serve a nulla. E sono convinto che per lanciare un messaggio non servano migliaia di persone. Ne basta una». Una convinzione che nasce anche dalla sua storia. L'agente di commercio era già stato protagonista delle cronache durante il periodo del Covid. Nel 2022 rimase per alcuni giorni bloccato a Villa San Giovanni, sullo Stretto di Messina, perché non vaccinato e privo di green pass. Di conseguenza le autorità gli impedivano di traghettare. Il 47enne ne fece una battaglia di principio che alla fine vinse: il tribunale di Reggio Calabria accolse il suo ricorso, autorizzandolo ad attraversare lo Stretto, in nome del rispetto della continuità territoriale. 

Lui, come tanti, ritiene eccessiva la decisione del Tribunale per i minorenni de L'Aquila. La vicenda è diventata purtroppo anche terreno di scontro politico e l'ennesima occasione di attacco nei confronti della magistratura. Ma in queste dinamiche Messina non entra. «Io credo che una famiglia abbia diritto di scegliere come educare i propri figli. Oggi mio figlio ha 14 anni, per tre anni, tra la terza e la quinta elementare, ha seguito l'istruzione parentale a casa, prevista dalla legge. Togliere ai genitori i figli senza che questi corrano rischi imminenti e senza che su questi sia stata usata violenza, è follia». 

L'allontanamento deciso dai giudici parte da una segnalazione ai servizi sociali da parte del locale pronto soccorso, dove i minori erano arrivati per una intossicazione da funghi. Da lì la relazione alla Procura minorile in cui si descriveva un’abitazione ritenuta insalubre, l’assenza di istruzione verificabile e una situazione sanitaria non accertabile. Alla fine per il Tribunale l’isolamento relazionale dei minori, l’assenza di coetanei, la mancanza di socializzazione e l’impossibilità di verificare condizioni abitative e sanitarie, rappresentavano un rischio concreto per la crescita affettiva, educativa e fisica dei bambini.

Dopo che il loro legale ha rimesso il mandato, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham si sono affidati a due nuovi avvocati e oggi hanno diffuso una lettera alla stampa. «Gentilissimi - scrivono - ci accingiamo a scrivere questo breve comunicato stampa perché sentiamo, oggi più che mai, il bisogno di ristabilire verità e chiarezza in una vicenda drammatica che ha coinvolto, ed anzi stravolto, la nostra famiglia. Siamo grati dell’attenzione che ci è stata riservata, ma vogliamo che passi un messaggio chiaro: ogni nostra scelta, ogni nostro passo compreso il trasferimento in questa straordinaria Terra che ci ha accolti, è stato orientato al benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini, che sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino».

Quindi spiegano che la barriera linguistica ha contribuito a creare incomprensioni. «Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese la ordinanza che è stata emessa e quindi di comprenderla nella sua interezza. Ribadiamo con assoluta fermezza che è falso quanto si dice in ordine ad un nostro rifiuto sull’aiuto offerto dal sindaco e da privati per una abitazione alternativa in attesa della ristrutturazione della nostra casa. Quindi vogliamo concludere ringraziando tutte le persone e tutti i soggetti istituzionali che ci sono stati vicini e che ci auguriamo resteranno vicino a noi con la lealtà e la serenità che sono imprescindibili laddove sono posti in gioco valori primari della vita delle persone».