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"Mozione per la pace"

L'università di Catania si mobilita contro il genocidio a Gaza

Dal documento votato al Senato accademico esclusi però i rapporti con atenei ed enti israeliani e con società come Leonardo Spa

30 Settembre 2025, 10:13

30 Settembre 2025, 10:09

Il primo Senato accademico dell’era Foti prende posizione sulla Palestina accogliendo alcune delle sollecitazioni di docenti e studenti che chiedevano il riconoscimento del genocidio a Gaza e l’interruzione degli accordi di ricerca sia con le università, gli enti e i docenti israeliani sia con le aziende italiane che producono armi o strumenti dal possibile doppio uso, bellico e civile. Richieste già discusse venerdì 24 settembre in un’assemblea ad Agraria.

Di qui la decisione del rettore Enrico Foti di includere all’ordine del giorno del Senato di ieri «una mozione per la pace» della quale non era stata data alcuna anticipazione e che è stata approvata all’unanimità da docenti, studentesse e studenti, e personale.

Queste le novità. Innanzitutto il riconoscimento che a Gaza è in atto un genocidio. Oggi, dopo le pronunce delle Nazioni Unite, era un atto dovuto che è stato accompagnato dalla denuncia delle responsabilità di Hamas nell’attacco del 7 ottobre. Il Senato ha anche espresso piena solidarietà con il popolo palestinese. In merito alle specifiche richieste fatte dagli “Studenti X Pal” e dai 500 docenti che hanno firmato la lettera dell’Osservatorio Diga (Disuguaglianze informazione guerre e ambiente) il Senato «si impegna a non stipulare nuovi accordi con università ed enti israeliani fino alla fine del conflitto armato», ma non interrompe, allo stato, gli accordi in atto.

Ed è questo il nodo principale e più spinoso della questione, dal momento che questi accordi equivalgono anche a cospicui finanziamenti per l’ateneo. Per rispondere alle pressioni di studenti e docenti il rettore e il Senato accademico - modificando in corsa la bozza originaria - si sono impegnati ad affidare alla commissione istituita il 28 maggio dell’anno scorso il compito di verificare i rapporti attualmente in essere. Valutazione che andrà fatta - specifica la mozione - alla luce dello Statuto d’ateneo secondo il quale «sono escluse da ogni accordo negoziale attività che fanno riferimento a tecniche direttamente o indirettamente connesse ad attività di tipo bellico e/o di alto impatto ambientale». Se si valuterà che gli accordi supportano anche indirettamente le violenze e lo sterminio dei palestinesi dovranno essere annullati. La commissione ha un mese per preparare un report da presentare al prossimo Senato, a fine ottobre. Infine la mozione «sottolinea l’urgenza di un impegno diplomatico e politico» perché si giunga alla pace e al rispetto del diritto internazionale.

Al termine della seduta, conosciuto il contenuto della mozione, gli studenti - che erano in presidio in piazza Università - si sono riuniti in assemblea in rettorato e poi hanno chiesto, e ottenuto, che una delegazione incontrasse il rettore al quale hanno espresso la propria insoddisfazione per la mancata rescissione degli accordi con le università ed enti israeliani e anche per il fatto che nella mozione nulla è detto dei rapporti con le aziende italiane che producono e vendono armi ad Israele, a partire dalla Leonardo spa.

Il rettore ha assicurato che terrà conto del lavoro della commissione alla quale studenti e docenti faranno avere i report che hanno elaborato in questi mesi su questi punti cruciali. Nei prossimi giorni entrambe le componenti si riuniranno per fare le proprie valutazioni sulla mozione e per decidere come andare avanti nella mobilitazione.